La vista all'arrivo è desolante. la strada che fronteggia il complesso architettonico, sulla quale passano macchine e mezzi pubblici, in ambo in sensi di marcia, è una discarica, erbacce incolte, rami d'alberto tagliati e secchi d abbandonati sui marciapiedi impraticabili, isoletta di verde incolta, asfalto in dissesto. Il complesso è ancora sbarrato, sono aperti solo la libreria e il bar-ristorante, che si affaccia sui portici, che è aperto, ma non al pubblico, dove stanno facendo la 'pulizie di pasqua' ( il bar è affidato per la gestione ad un notissimo servizio di catering, sia quello che gli altri presenti negli spazi dell'Auditorium. Inutile ripetere a chi fa capo tale catering, perchè l'abbiamo scritto, e non solo noi, infinite volte). E questo è uno dei fiori all'occhiello della Capitale che 'tutto il mondo ci invidia'- come dicono sempre i politici - ma che noi siamo bravissimi a far andare in malora, con ogni mezzo, compresa l'incuria.
A cominciare dalla gestione e conduzione della libreria. Ci rivolgiamo ad un addetto per chiedergli di un volume ' di Skira'; ma lui non sa come si scrive Skira - che è poi uno degli editori i cui volumi sono presentissimi nella libreria.
Passiamo sopra, ma la sorpresa maggiore ci viene quando cerchiamo di individuare il settore dei libri di argomento musicale che non vediamo più dove era sempre stato e che a noi era ormai famigliare.
Ce lo indica - laggiù ci dice, infondo al reparto dischi. Sembrerebbe una 'razionalizzazione'- come spesso si dice quando si vogliono peggiorare le cose in Italia. Perchè, in realtà, anche prima era vicino al settore dischi, del quale costituiva una sorta di anticamera. Ora gli si sono ristretti i connotati, il bancone espositivo si è ridotto e i libri di musica sono ammucchiati, accatastati come in un deposito, nel quale non è semplice neanche scorrere con lo sguardo tutti i titoli presenti, e cercare un volume addirittura impossibile., e perciò ci siamo rivolti all'addetto incompetente.
Gli spazi espositivi in cui prima c'era anche la musica ora sono occupati dai libri di 'viaggi' e 'cucina'. Ci viene il sospetto che, prima di andar via definitivamente dall'Auditorium, Carlo Fuortes, abbia messo in pratica la 'valorizzazione' tanto voluta da Franceschini per i nostri beni o tesori culturali, come l'Auditorium. Tali beni devono essere sì conservati - e l'Auditorium, invece, per come si presenta al visitatore che vi giunge la prima volta, all'esterno risulta come in abbandono - ma soprattutto 'valorizzati', che nel nostro caso e secondo la 'vulgata francechina' vuol dire: cucina e viaggi tirano più della musica e allora, anche in un luogo segnato dalla musica più che dalla cucina e dai viaggi, facciamo un forte innesto di cucina ( fra breve la bella pacioccona Clerici di Rai 1, vi terrà un corso di cucina nello spazio 'Risonanze'), e accanto al museo degli strumenti musicali, il prossimo amministratore delegato dell'Auditorium, lo spagnolo da poco nominato il cui cognome rimanda involontariamente echi di terre lontane segnate dal traffico di droga, Noriega, aprirà una agenzia di viaggi.
Conservare, e soprattutto valorizzare, questo l'ordine.
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