giovedì 9 giugno 2016

Era soltanto la 'Repubblica delle idee' non la 'Repubblica delle interviste'. Perciò, non prendetevela con l'intervistatrice se è impacciata e inadatta

Fosse stata la 'Repubblica delle interviste' uno avrebbe potuto dire agli organizzatori, senza mezzi termini: non avevate una intervistatrice migliore, più capace? perchè, sinceramente, senza che ce ne voglia, Leonetta Bentivoglio è l'assoluta negazione della intervistatrice, come avevamo avuto modo di giudicarla già in passato ascoltando una sua intervista in tv , a Pappano, se ricordiamo bene. Parla parla, come se fosse sconosciuto a lei e l'argomento della chiacchiera e la storia dell'intervistato, mentre di Muti Lei è una specie di microfono personale, in coppia con una sua collega del Corriere. Comunque a che serve far raccontare a Muti sempre la solita storia dei suoi inizi, visto che l'ha raccontata centinaia di volta e soprattutto  ora che ha quasi settantacinque anni? Vuol dire non saper fare la giornalista oltre che l'intervistatrice. Altra cosa è scrivere, e questo lei lo sa fare molto meglio. Non è necessario del resto saper fare tutto, basta che ciò che  si fa lo si sappia fare. Chiuso l'argomento intervistatrice che ci ha portato fuori tema; mentre il tema era e resta quello della 'Repubblica delle idee' e non 'delle interviste' ( a proposito Monda, sempre della stessa 'Repubblica' l'anno scorso intervistò Muti sul cinema: come intervistatore fece una bella figura e con lui anche Muti , che per la prima volta poté parlare, con cognizione di causa, della sua passione per il cinema).
 Mentre questa sera avrebbe dovuto parlare della sua passione per la musica' e invece... noi siamo qui a meritarci un 'cretino' da parte del direttore il quale ha detto, in apertura, che domani ( noi stiamo scrivendo oggi), qualche 'cretino' scriverà che dico sempre le stesse cose - certo se gli domandano sempre le stesse cose, che colpa abbiamo noi che scriviamo se lui le ha raccontate per l'ennesima volta?
 Stasera  abbiamo sentito qualcosa di nuovo che, nelle puntate precedenti sulla sua vita, non  gli avevamo sentito ancora  dire. Ha parlato del suo debutto come 'violinista' in erba davanti ad una platea 'clericale' ( professori e studenti del Pontifico seminario regionale di Molfetta - città nella quale ha vissuto i primi anni, prima di trasferirsi con la famiglia a Napoli - nel quale, qualche anno dopo, noi avremmo fatto gli studi liceali, dopo il ginnasio a Bisceglie. Perchè  proprio nel Seminario di Molfetta debuttò il giovanissimo violinista Riccardo Muti? Perchè - ci  raccontò un'altra volta il maestro - suo padre , medico, era il medico 'ufficiale' del seminario. E poco mancò, dunque, che noi  assistessimo al suo debutto; o che lo incrociassimo al Conservatorio di Bari, visto che assai spesso, pochi anni dopo, ci recavamo  in quel Conservatorio, per i saggi di fine anno soprattutto, per incontrare Nino Rota.
 Ci è piaciuta anche l'annotazione sulla direzione d'orchestra che  Muti ha definito professione musicale 'di comodo', intendendo dire che  mentre il cantante o lo strumentista, difficilmente possono darla a bere a chicchessia, il direttore no - in fondo che fa: batte il tempo - tanto che da giovanissimi, quando non si è ancora preparati per nulla, si fanno debuttare giovani direttori in repertori che maestri d'altri tempi non hanno voluto dirigere neppure in tarda età.
 Muti ha colto l'occasione per una tiratina d'orecchi ai nostri governanti, che non credono nella funzione educativa della musica e nella necessistà delle sua conoscenza, trattandosi di una delle radici secolari della nostra civiltà. Ma avendo davanti agli occhi l'omone di Nastasi, non ha potuto  non aggiungere che occorre riconoscere all'attuale ministro ( di cui Nastasi è stato fino all'altro ieri il fedele scudiero e suggeritore)  che qualcosa sta facendo; ed ha aggiunto anche che lo Stato ha finanziato  anche la sua Orchestra Cherubini. C'era di  ribattere a Muti e soprattutto a Nastasi, presente in prima fila: perché non ha fatto altrettanto per l'Orchestra Mozart di Abbado? E se non l'ha fatto in passato, perché non rimedia ora che cittadini volenterosi ed amanti della musica stanno tentando in ogni modo di rimetterla in piedi? E' ancora in tempo per rimediare agli errori passati. Il fatto è che Franceschini, suggerito da Nastasi, ha dato il colpo di grazia alla musica in Italia, e l'aver finanziato  da sempre l'Orchestra di Muti non gli lava  la colpa e non  cancella la pena che ambedue meritano!
 Tornando a casa ascoltavamo l'intervista ad una celebre cantante ( Rachel Harnisch) la quale diceva che si sente spesso dire, lei che è in carriera da anni, ma che di carriera ne ha ancora da fare, si sente spesso dire: lei  è troppo vecchia per questo o quel repertorio; ma non ha mai sentito dire ad un giovane cantante: Lei è troppo giovane per questo o quel repertorio. Appena si presenta alla ribalta un giovane cantante di talento,  lo si brucia facendogli fare tutto, e nel giro di una decina d'anni la sua carriera è tragicamente conclusa.

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