domenica 13 aprile 2025

Un noto marchio del lusso, si pente di aver delocalizzato in passato in Texas. Non sono all'altezza della manifattura italiana ed europea ( da Corriere della Sera=

 

Caos dazi, c’è chi pensa al salto negli Usa, ma il Texas non è Scandicci: il flop Vuitton

Come stanno reagendo le imprese toscane alla minaccia dei dazi da parte degli Stati Uniti? Cercano nuovi clienti in altri mercati e ipotizzano di aprire nuove filiali commerciali e produttive negli Usa, mostrando una «forte reattività». 

Lo scenario emerge da un’indagine interna di banca Intesa Sanpaolo, rivelata durante la tappa fiorentina di Obiettivo Italia 2025, progetto della divisione Imi corporate & investment banking. In questo momento «non mancano i rischi, vista l’elevata complessità del contesto in cui si trovano a competere le imprese italiane. 

I dazi annunciati dagli Stati Uniti il 2 aprile condizioneranno l’evoluzione delle esportazioni. Se la risposta dell’Ue dovesse poi essere l’inasprimento delle tariffe sui prodotti importati dagli Usa, l’inflazione europea ne risentirebbe andando a frenare la domanda interna», spiega la banca.

L’indagine offre anche indicazioni sui mercati dove è possibile diversificare le vendite. Al primo posto il Medio Oriente, ritenuto il mercato a maggior potenziale per l’export italiano, grazie a buone prospettive di crescita e consumatori alto spendenti. Segue l’India che spicca per dinamica attesa della domanda ed estensione del mercato. È poi rilevante il Nord Africa (prospettive di crescita e bassa concorrenza) che precede Sud America ed Europa.

Le imprese toscane hanno il potenziale per cogliere queste opportunità. Intesa Sanpaolo spiega che «nel 2024 la Toscana è la regione che ha mostrato la migliore evoluzione sui mercati esteri, registrando un progresso dell’export del 13,6%, pari a 7,6 miliardi di vendite estere aggiuntive», trainate dalla farmaceutica e dall’oreficeria. Le aziende del territorio «già nel recente passato hanno mostrato di saper cogliere le opportunità offerte da nuovi mercati. Nel 2024 tra i primi 15 mercati per crescita in valore delle esportazioni toscane vi sono Turchia, Singapore, Arabia Saudita, Vietnam, Emirati Arabi e Marocco».

 

Più complesso spostare le manifatture, o parte di esse, sull’altra sponda dell’oceano: operazione che richiede qualche anno e che soprattutto non si adatta a tutte le produzioni tipiche del tessuto toscano. Due esempi fanno scuola. Da un lato c’è Sofidel che ha recentemente rilevato — investendo un miliardo — la divisione tissue di Clearwater Paper Corporation, con una capacità produttiva annua di 340 mila tonnellate in quattro stabilimenti: Shelby (North Carolina), Lewiston (Idaho), Las Vegas (Nevada) ed Elwood (Illinois). 

L’anno scorso il colosso di Porcari aveva acquisito la cartiera ex St Paper di Duluth (Minnesota), nel 2018 aveva aperto un grande stabilimento in Ohio e nel 2020 in Oklahoma. Proprio alle attività basate negli Usa Sofidel si affida per superare nel 2025 i 4 miliardi di euro di ricavi.

 

Al contrario, come ha riportato nei giorni scorsi la Reuters, nel 2019, ai tempi del Trump I, il colosso del lusso Lvmh aprì in Texas uno stabilimento per produrre borse di alta gamma: la fabbrica texana è risultata tra le meno performanti a livello globale per Louis Vuitton a causa di problemi operativi persistenti; la difficoltà a trovare artigiani esperti ha comportato la produzione di manufatti con difetti di fabbricazione che hanno compromesso gli standard di qualità del marchio e la distruzione di molte borse che non erano adeguate al mercato.

Il tasso di scarto delle pelli è stato il doppio della media, quello di abbandono da parte dei dipendenti è molto alto: gli operai texani che non reggono le pressioni delle griffe su obiettivi produttivi e livello di qualità richiesto. Lvmh ha beneficiato di uno sconto del 75% sulle tasse nell’arco di un decennio e ha provato a giocare d’anticipo per prevenire le mosse protezionistiche annunciate da Trump già nel suo primo mandato. 

Aveva promesso mille posti di lavoro, oggi ha meno di 300 operai in Texas.

Si fa presto a dire che le fabbriche si spostano. Ma generazioni di maestria artigianale non si ricreano in una notte: da Scandicci a Dallas il passo è lungo.

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