Massimo Biscardi nuovo sovrintendente dell'Accademia di Santa Cecilia a Roma: «Unire tradizione e futuro»
Cambio ai vertici di Santa Cecilia, una delle più antiche istituzioni musicali al mondo. Dopo due mandati quinquennali consecutivi, il presidente e sovrintendente Michele dall’Ongaro lascia l’Accademia e passa il testimone a Massimo Biscardi che dal febbraio 2014 ha guidato il Petruzzelli di Bari
Cambio ai vertici di Santa Cecilia, una delle più antiche istituzioni musicali al mondo. Dopo due mandati quinquennali consecutivi, il presidente e sovrintendente Michele dall’Ongaro (venne eletto nel 2015, succedendo a Bruno Cagli) lascia l’Accademia (una delle due eccellenze italiane insieme con il Teatro alla Scala ed entrambe godono di uno status di autonomia speciale) e passa il testimone a Massimo Biscardi che dal febbraio 2014 ha ricoperto la carica di sovrintendente del Petruzzelli di Bari. «Non mi sarei mai aspettato di prendere così tanti consensi, sono commosso», ha detto Biscardi che ha superato i 2/3 dei voti necessari per l’elezione al primo turno, «e con i colleghi accademici, abbiamo ricordato quando eravamo qui, studenti, e le lezioni si interrompevano per le riunioni di rito. Per noi era un luogo mitico. E ritrovarci oggi, insieme, è la prova che la grande tradizione continua e si evolve. Il nostro compito è proprio quello di conservare, guardando al futuro».
GLI ACCADEMICI
E l’assemblea di ieri pomeriggio ha eletto, con un’unica seduta (evento raro che dimostra compattezza di vedute), il maestro (69 anni di Monopoli) che in passato è stato consulente artistico dell’Orchestra Mozart di Abbado, e dal 1992 al 2010 direttore artistico del Lirico di Cagliari.
Biscardi si insedierà nel febbraio 2025 per cominciare il suo nuovo percorso romano, al Parco della Musica. Incrociando le sue competenze con quelle del nuovo direttore musicale, il maestro inglese Daniel Harding, 49 anni, anche lui appena arrivato in Auditorium, raccogliendo l’eredità del predecessore Pappano per 18 anni alla guida dell’orchestra fondata nel 1908. Neanche una settimana fa, in occasione della presentazione della Tosca di Puccini, eseguita in forma di concerto il 21 ottobre scorso per l’inaugurazione della nuova stagione sinfonica, Dall’Ongaro aveva salutato la sua squadra e i sostenitori dell’Accademia fondata più di 500 anni fa: «A gennaio scade il mio mandato», aveva preannunciato, «e questa è stata l’esperienza più bella della mia vita».I COMPLIMENTI DI RANUCCI
Con la nomina, immediati gli auguri della presidente della fondazione Musica per Roma Claudia Mazzola e dell’amministratore delegato Raffaele Ranucci, che con l’occasione hanno ringraziato il predecessore Dall’Ongaro. E dopo giorni di totonomi (per essere eletti bisogna rientrare nelle fila dei settanta accademici e Biscardi lo è dal 2022), tra cui quello della celebre cantante lirica romana Cecilia Bartoli, di Marco Betta, ex sovrintendente del Massimo di Palermo, e del compositore romano Giorgio Battistelli, è arrivato il nuovo sovrintendente: su tutti ha trionfato, alla prima seduta (l’elezione ne prevede fino a tre), il musicista pugliese che vanta studi classici, diploma in pianoforte, composizione e direzione d’orchestra, e lezioni di perfezionamento con i maestri Vincenzo Vitale, Armando Renzi e Franco Ferrara.
TEATRO PETRUZZELLI DI BARI
Dall’età di diciassette anni ha tenuto concerti come pianista e, in seguito, come direttore d’orchestra a Santa Cecilia, al Colòn di Buenos Aires, all’Arena di Verona, al Teatro Massimo di Palermo, al San Carlo e con l’Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli. Dall’età di quarant’anni si è dedicato esclusivamente all’organizzazione musicale, fino alla nomina del 2014 come sovrintendente e direttore artistico del Petruzzelli che saluta «con orgoglio questo prestigioso conferimento, premio dell’impegno profuso per la diffusione della cultura musicale intrapreso da Biscardi nel corso della sua carriera e culminato con il fruttuoso percorso intrapreso al vertice l’ente lirico pugliese». Auguri anche dal presidente della Cultura della Camera Federico Mollicone «Abbiamo apprezzato il suo operato a Bari e siamo sicuri che porterà la sua impronta anche nell’accademia romana», conclude, ringraziando Dall’Ongaro.
LA RICERCA
Spinto da un amore per la ricerca ha riscoperto e messo in scena (impegno che gli è valso il premio Abbiati), tante opere fra le quali: Oedipe di Enescu o Die Feen di Wagner, Semën Kotko di Prokofiev, Cherubin di Massenet o Opričnik e Cerevicki di Ciaikovsky e Alfonso und Estrella di Schubert. Costante anche la dedizione a favore della diffusione di compositori italiani contemporanei, come Clementi, Bussotti, Fedele e lo stesso Dall’Ongaro. «I compositori italiani sono tra i migliori del mondo», conclude Biscardi, «e il nostro compito è quello di farli scrivere, commissionando musica. Ci credo veramente perché sono il futuro. Forse non vengono capiti, ma è successo anche a Bach».
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