lunedì 10 febbraio 2025

Aix-en-Provence. Festival 2025 ( da connessiallopera, di Filippo Antichi)

 

Presentato il cartellone del Festival di Aix-en-Provence 2025

Fondato nel 1948 come una manifestazione che contava solo una manciata di concerti, il Festival di Aix-en-Provence arriva nel 2025 alla sua 77ª edizione e si può considerare a pieno titolo uno dei festival operistici più importanti al mondo. Quest’anno si compone di cinque nuove produzioni, incluse due prime mondiali, due opere in forma di concerto e 12 appuntamenti tra concerti e recital di canto.

Si inizia il 4 luglio al Grand Théâtre de Provence con una nuova produzione del Don Giovanni di Mozart, una delle opere di riferimento del Festival che la allestì la prima volta nel 1949 e che tra le otto produzioni varate in loco annovera spettacoli entrati negli annali come quello di Peter Brook (1998), quello di Dmitri Černiakov (2010) e l’ultimo di Jean-François Sivadier (2017) visto anche a Bologna. Questa volta lo spettacolo porta la firma Robert Icke, regista britannico alla sua prima produzione operistica, vincitore del Laurence Olivier Award nel 2016 per la sua Orestea all’Almeida Theater di Londra. Sul podio torna Sir Simon Rattle con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, di cui è a capo dalla stagione 2023-2024, che esegue per la prima volta Mozart in questo festival dove ormai è di casa. Il cast vede André Schuen nei panni del protagonista, un baritono ormai acclamatissimo in questo repertorio, affiancato da Krzysztof Bączyk, Golda Schultz (già Susanna nelle Nozze di Figaro nel 2016 alla Scala), Magdalena Kožena, Amitai Pati, Clive Bayley, Madison Nonoa e Pawel Horodyski.

Se Don Giovanni rientra nel canone di Aix, ben più curiosi e interessanti appaiono gli altri due titoli che si alterneranno sul palco all’aperto del Théâtre de l’Archevêche. Il 5 luglio si apre la nuova produzione (in coproduzione con l’Opéra National de Lyon e Palazzetto Bru Zane) di Louise di Gustave Charpentier, un’opera fortemente ispirata dal naturalismo francese che ebbe la sua prima all’Opéra Comique il 2 febbraio 1900. Famosa per l’aria “Depuis le jour” cantata dall’eroina protagonista, l’opera si vede di rado sui palcoscenici anche per via del folto stuolo di comprimari richiesti, ma rimane uno dei pochi tentativi simili al Verismo che si sono sperimentati al di là delle Alpi. Christof Loy torna ad Aix dopo Alceste del 2007 e modella il nuovo allestimento sulla figura del soprano Elsa Dreisig, da lui fortemente voluta, così come aveva già fatto Andrea Breth con la sua Salome nel 2023. Accanto a Dresig nel ruolo della protagonista, troviamo Adam Smith come Julien, il poeta di cui lei si innamora, mentre Sophie Koch e Nicolas Courjal debuttano al festival interpretando i due genitori. Giacomo Sagripanti dirige l’Orchestre de l’Opéra de Lyon, ormai di casa ad Aix, per una produzione che già si preannuncia di riferimento per l’interpretazione di questo titolo.

Ben 8 date a partire dal 6 luglio sono invece previste per La Calisto con cui il Festival continua l’esplorazione del repertorio di Francesco Cavalli, dopo Elena nel 2013 ed Erismena nel 2017, e che il pubblico italiano ricorda per uno degli spettacoli più belli allestiti durante la sovrintendenza scaligera di Dominqique Meyer. Il cast unisce assidui frequentatori del repertorio barocco come Giuseppina Bridelli e Anna Bonitatibus, rispettivamente Diana e Giunone, a interpreti in ascesa come la protagonista Lauranne Oliva e il controtenore Paul-Antoine Bénos-Djian, chiamato a interpretare Endimione, mentre in buca troviamo Sebastian Daucé e il suo Ensemble Correspondence. Lo spettacolo è firmato dalla regista olandese Jetske Mijnssen, autrice della Trilogia Tudor di Donizetti coprodotta da Amsterdam, Valencia e Napoli, e che si è recentemente cimentata in una applaudita produzione di Platée a Zurigo.

Due le nuove creazioni mondiali che si potranno vedere sul palco del Théâtre du Jeu de Paume. La prima è The nine jewelled deer, frutto della collaborazione tra il compositore Sivan Eldar e il cantante Ganavya Doraiswamy, che insieme uniscono la musica classica e elettronica a quella tradizionale indiana e jazz, in un’opera che si configura come una serie di pannelli che illustrano la via verso l’illuminazione spirituale, in uno spettacolo che vede il regista Peter Sellars unirsi all’artista Julie Mehretu. The Story of Billy Budd, Sailor è invece un’opera da camera tratta da Billy Budd di Benjamin Britten in cui il regista Ted Huffman e Oliver Leith cercano di reinterpretare il capolavoro di Britten per giungere all’essenziale: rimangono quindi i tre protagonisti Billy, Claggart e Vere, interpretati da ian Rucker, Joshua Bloom e Christopher Sokolowski, mentre sul podio li guida Finnegan Downie Dear.

Due sono anche le opere in forma di concerto previste come al solito negli ultimi giorni del festival. Il 19 luglio al Grand Théâtre de Provence, Marc Minkowski a capo dei suoi Musiciens du Louvre si cimenta per la prima volta con Les pêcheurs de perles, capolavoro del venticinquenne Georges Bizet. Pene Pati e Mané Galoyan debuttano nei ruoli di Nadir e Leïla, affiancati da Florian Sempey (Zurga) e Edwin Crossley-Mercier (Nourabad). Il 21 luglio al mitico Théâtre Antique di Orange, in collaborazione con Les Chorégies d’Orange, Daniele Rustioni dirige La forza del destino di Giuseppe Verdi con i complessi dell’Opéra National de Lyon. Il cast assemblato è formato da esperti dei rispettivi ruoli come Anna Pirozzi e Brian Jadge, a cui si affiancano Ariun Ganbaatar (Don Carlo), Ekaterina Semenchuk (Preziosilla), Michele Pertusi (Marchese di Calatrava e Padre Guardiano) e Ambrogio Maestri (Fra’ Melitone).

Tra i concerti si segnala quello del 16 luglio in cui Sir Simon Rattle con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks impegnati in un programma che prevede pezzi di Ligeti, Wagner e Bruckner, mentre tra i recital di canto spiccano quelli di Stephane Degout (10 luglio), Jakub Józef Orliński (11 luglio), Ermonela Jaho (12 luglio) e Jonas Kaufmann in coppia con Diana Damrau accompagnati da Helmut Deutsch (17 luglio).
Per quanto non ardito come il programma della scorsa edizione, anche quest’anno il Festival d’Aix-en-Provence offre un programma stimolante con almeno una produzione sulla carta imperdibile (Louise) e una Calisto che può rivelarsi altamente interessante, così come una vera chicca è il Bizet di Minkowski anche se solo in forma di concerto. Giudizio più cauto, o meno foriero di entusiasmi, sul resto che comunque si segnala per l’alta qualità delle forze messe in campo nel festival della Provenza.

Ulteriori informazioni: www.festival-aix.com

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