mercoledì 4 dicembre 2024

Da Brian Eno un regalo per i bambini ricoverati al Gaslini di Genova ( da Il Giornale della Musica)

 Capacità specifica dei geni è quella di saper appaiare certe proprie intuizioni folgoranti a diversi aspetti dell'arte e del vivere quotidiano. Brian Eno, in questo, è uno dei nomi che tornano a ricorrere: sia che sia trattato di vestire di colori e timbri inusuali il sound consolidato di gruppi e solisti di successo (David  Bowie, Talking Heads, U2, Devo, tanto per fare qualche nome), sia che abbia operato  a declinare in imprendibili diramazioni quel concetto di “ambient music” che a lui deve molto, essendone stato uno degli inventori e divulgatori.


Molti anni fa  Brian Eno rivendicò per sé la definizione  di “non musicista”, e, come in tutti le qualifiche ai confini del paradosso, diceva il vero.

L'ancora attivissimo manipolatore di situazioni sonore, a settantasei anni, non è mai stato interessato alla costruzione di paradigmi canonici che rispettino regole consolidate, quanto a creare una sorta di arte funzionale. Dove la “funzione” è che interagisca con persone, spazi e situazioni senza essere né tappezzeria sonora, né prevaricazione fonica esclusiva.

Adesso arriva un passo ulteriore, con la sua “ambient music”, declinata nel senso dell’offerta gratuita per chi soffre ed è più fragile, e nello scopo primario della musica che il jazzista Albert Ayler chiamava “healing music”, musica per curare.

Brian Eno ha donato all’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova una serie di sue musiche originali riunite sotto il titolo Music for intensive care and surgery rooms, e che vanno a confluire nel progetto di musicoterapia applicato alle terapie intensive, in vari reparti, ivi comprese le attività che interessano le sale operatorie. Note lunghe, distese, che dilatano gli spazi mentali dei piccoli ascoltatori, aiutandoli ad entrare in una dimensione più serena, pur nella drammaticità delle singole situazioni di sofferenza.

La musicoterapia è entrata al Gaslini tre anni fa grazie all’opera di Davide Ferrari, musicista e musicoterapeuta, con la complessa costruzione del percorso Musicoterapia e discipline integrate a supporto del bambino ospedalizzato, di recente presentato in un convegno a Genova. Supervisore Gerardo Manarola, psichiatra, psicoterapeuta, musicista e presidente di Apim, l'associazione professionale dei musicoterapisti.

Circa cinquecento i bambini che hanno potuto usufruire dei trattamenti musicoterapici atti a ridurre i livelli di stress, di ansia, a regolare il sistema autonomo per favorire il recupero fisico e mentale.

Il contatto con Brian Eno è stato epilogo naturale di una prima “conoscenza a distanza”: anni fa al Festival musicale del Mediterraneo Ferrari invitò il fratello di Brian, Roger Eno, e da allora è rimasto in contatto con la famiglia. 

Ora il “dono musicale” per i piccoli. Un piccolo scrigno di musiche che sono anche terapie, e che eludono ogni logica di mercato: non saranno divulgabili, per contratto. Resteranno un piacevole segreto terapeutico per i più indifesi rispetto al dolore, i bambini.

Teatro alla Scala. In mostra il manoscritto del libretto dell'opera inaugurale ( da Connessi all'opera.it)

 

La prima della Scala, il manoscritto ritrovato della Forza del destino

In occasione dell’Inaugurazione di Stagione con La forza del destino di Giuseppe Verdi, di cui Riccardo Chailly dirigerà la seconda versione rivista per la Scala nel 1869, il Teatro alla Scala espone la prima stesura manoscritta, recentemente emersa, del libretto della prima versione pietroburghese dell’opera approntato da Francesco Maria Piave nell’estate 1861 a Busseto a stretto contatto con Giuseppe Verdi. Il libretto, di 85 pagine, riporta diverse versioni successive, numerosissime correzioni, ripensamenti e riversificazioni e presenta diversi interventi autografi di Verdi. Sul frontespizio si legge la scritta, non di pugno del Piave: “Deve conservarsi per provare con essa quanto faceva lavorare / il Verdi per un libretto (vedrai ei cambiamenti)”.

Alcune pagine del manoscritto resteranno esposte presso il Museo Teatrale alla Scala dal 4 dicembre, giorno dell’Anteprima Under 30/35, fino all’ultima rappresentazione dell’opera il 2 gennaio. Una prima presentazione verrà inserita nel programma di sala della Forza, mentre per il 2025 è prevista la pubblicazione in volume della copia anastatica.
Il manoscritto è stato acquistato al fine di renderlo accessibile e fruibile agli studiosi e agli appassionati, intento che ha motivato anche la realizzazione del progetto di mostra e pubblicazione in occasione dell’Inaugurazione di Stagione del Teatro alla Scala. L’attuale proprietario Carlo Hruby ha intenzione di donare alla città di Varallo Sesia (VC) il manoscritto, che è quindi stato notificato in Piemonte e trasportato a Milano in tempi brevissimi a cura dell’Archivio storico artistico del Teatro alla Scala, grazie alla collaborazione delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche del Piemonte e della Lombardia. Il manoscritto è stato oggetto di una scansione ad altissima definizione con utilizzo dello scanner planetario Metis Gamma presso i laboratori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano.

“Il 3 giugno 1861 – scrive Laura Nicora nella perizia del manoscritto – Verdi firmò il contratto con il Teatro di Pietroburgo per la rappresentazione di un’opera da mettere in scena l’anno seguente. Da qualche tempo stava pensando alla trama, e all’amico napoletano Torelli scrisse: ‘Bisogna che mi metta a studiarmi il soggetto’ (3 maggio 1861). Il 18 giugno informò il tenore Enrico Tamberlick che si sarebbe messo a lavorare a La forza del destino e due giorni dopo avvisò Piave: ‘Sei tu pronto a venire a Busseto per metterti al lavoro del libretto verso la metà di luglio?’. Le carte qui presentate sono il frutto del lavoro di quei giorni”.
Si tratta di 85 bifolii a righe con filigrana delle dimensioni di 330×215 mm su cui Piave ha scritto a inchiostro nero, matita grigia e matita rossa. Su alcune carte Piave ha indicato a matita (al margine superiore destro) il numero progressivo e l’indicazione dell’atto a cui si riferiscono. Le carte che contengono l’Atto II sono legate con un antico spago e hanno anche una numerazione al piede della pagina. Le carte relative agli altri sono sciolte. Tra i bifolii sono inseriti anche alcuni fogli di differenti dimensioni che contengono vari appunti di mano di Piave. Numerosi gli interventi di Verdi: in particolare 10 annotazioni si trovano nelle scene 1 e 2 dell’atto I, una nella scena 3, una nell’atto II. Nel III si trovano sostanziali varianti al testo del Rataplan, nel IV tornano numerose le correzioni di Verdi, in particolare alla parte di Alvaro.

Cremona. Accademia Stauffer a dicembre

 

martedì 3 dicembre 2024

Ministro Piantedosi e le navi delle ong. Viminale impazzito: migranti sballottati da un porto all'altro nonostante la tempesta ( da L'Unità, di Ammiraglio iVttorio Alessandro)

 

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Sergio Scandura di Radio Radicale ha messo insieme la catastrofica serie di disposizioni impartite dal Viminale alle navi di soccorso nella giornata di sabato. La Humanity1 (195 naufraghi), cui era stato assegnato il porto di Marina di Carrara, è stata dirottata a Palermo, infine a Trapani. Alla Geo Barents (80 naufraghi), già indirizzata a Brindisi, è stato assegnato il porto di Crotone, poi quello di Reggio Calabria. A Solidaire (43 naufraghi), che doveva andare a Ortona, hanno assegnato Catania. Life Support (75 naufraghi) a Vibo Valentia.

Tutti sapevano delle condizioni in peggioramento del mare, meno Piantedosi che, evidentemente, neanche si avvale più della Guardia costiera per le valutazioni nautiche del soccorso (oppure se ne avvale, ma nessuno vuole dargli un dispiacere). Le piccole navi, di fronte a mare formato, con picchi di 25 nodi e onde fino a due metri come in questi giorni, non possono che correre nel porto più vicino, tanto più se con persone sofferenti a bordo. Per il governo si tratta invece di “fenomeni migratori” al cui cospetto il mare, le onde, la sofferenza, sfumano per lasciare posto agli slogan.

Meno male che non è entrata in ballo nave Libra: chissà come avrebbe potuto orchestrare quattro o cinque trasbordi per unità di soccorso dentro questa tempesta. Meno male che ancora resiste il soccorso civile: non sappiamo cosa sarebbe stato, altrimenti, di quelle quattrocento persone, e se ne avremmo avuto notizia. Ignoranza, pressappochismo e una buona dose di malvagità segnalati da un bravo giornalista (a proposito, perché Radio Radicale non manda più in onda Scandura nel notiziario del mattino?) ma che meriterebbero soprattutto la costante denuncia da parte di un centro di coordinamento delle organizzazioni del soccorso, capace di elaborare (come qualche volta succede) risposte concordate e unitarie.

Ancora una giornata nazionale. L'ha istituita Valditara ed è contro la violenza e l'oltraggio nei riguardi del personale scolastico (da Orizzontescuola.it)

 “La legge n. 25 del 4 marzo 2024 ha introdotto nuove disposizioni volte a tutelare la sicurezza del personale scolastico a fronte del preoccupante incremento degli episodi di violenza registrati nelle scuole a danno di docenti e dirigenti”: lo ricorda il Ministro Valditara nella lettera d’invito a partecipare alla Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro

la violenza nei confronti del personale scolastico, prevista dalla legge citata e che quest’anno si celebra il 12 dicembre, essendo il 15 una domenica.

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La celebrazione è prevista giovedì 12 dicembre alle ore 11,00, presso la sede centrale del Ministero dell’istruzione e del merito, sala Aldo Moro.

Questa celebrazione – scrive Valditara – vuole rappresentare un riconoscimento dell’autorevolezza, dell’importanza, e della dignità di tutto il personale scolastico.”

Il Ministro invita a sensibilizzare tutte le scuole sui temi posti dalla legge “affinché si avviino riflessioni in ogni classe“.

Alla celebrazione sono invitati a partecipare i direttori degli Uffici scolastici regionali con un dirigente scolastico o un docente o un ATA. La comunicazione di chi s’intende fare partecipare deve avvenire entro il 6 dicembre.

Le spese di viaggio dei partecipanti saranno a carico delle rispettive Direzioni regionali.

Valditara chiude la lettera ponendo l’attenzione “sulla necessità di proseguire nell’azione di monitoraggio degli episodi di violenza a carico del personale scolastico che dovessero continuare a verificarsi e di trasmettere tempestivamente al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione i report aggiornati secondo le modalità definite nelle precedenti comunicazioni sulla questione“.

La lettera integrale del Ministro Valditara

La legge del 4 marzo

La legge, con modifiche sul codice penale, ha introdotto un’aggravante comune per i reati commessi nei confronti del personale scolastico.

Sono state inoltre incrementate le pene previste per i reati di oltraggio e violenza a pubblico ufficiale commessi dai genitori o tutori degli studenti nei casi in cui la vittima appartenga al personale della scuola.

Dallo scorso anno – ricorda infine Valditara – viene assicurato il gratuito patrocinio erariale, in sede civile e penale, al personale scolastico che sia stato vittima di episodi di violenza nell’esercizio delle proprie funzioni.

lunedì 2 dicembre 2024

Governo e Parlamento. Abrogato il reato di 'abuso d'ufficio' ( da Notizie.it, di Lucrezia Ciotti). Saltata la tutela dei cittadini

 


L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio rappresenta una decisione storica, poiché la norma esisteva da 205 anni, risalendo al periodo del Regno delle Due Sicilie, con l’intento di tutelare i cittadini dalle prevaricazioni delle autorità pubbliche. Come cambierà il futuro a seguito di questa decisione?

Abrogato l’abuso d’ufficio

Con l’abrogazione dell’articolo 323 del codice penale il 25 agosto scorso, sono state annullate 3.600 condanne, e la normativa è ora sotto esame della Corte Costituzionale e dell’Unione Europea. Il reato, che nel tempo aveva subito modifiche per ridurre il suo ambito di applicazione, non punisce più molte delle situazioni che in passato erano considerate abuso d’ufficio, come l’affidamento di un concorso universitario a una studentessa favorita o un funzionario pubblico che favorisce un parente.

In due secoli di storia, il reato di abuso d’ufficio ha subito modifiche significative, nel 1990 (governo Andreotti VI), nel 1997 (governo Prodi), nel 2012 (governo Monti) e nel 2020 (governo Conte 2). Tali interventi avevano l’obiettivo di ridurre la discrezionalità dei magistrati e semplificare il lavoro degli amministratori pubblici.

Abrogato l’abuso d’ufficio: cosa cambia?

A partire dal 25 agosto, i concorsi universitari truccati, i conflitti di interesse e altri casi precedentemente puniti ora non sono più reati, creando un vuoto normativo che i sostenitori dell’abrogazione ritengono compensato da altri reati come corruzione e peculato.

La Corte Costituzionale e l’Unione Europea dovranno ora valutare la compatibilità di questa abrogazione con i principi costituzionali e gli obblighi internazionali. Se l’Unione Europea approvasse una nuova direttiva, l’Italia potrebbe essere costretta a reintrodurre il reato di abuso d’ufficio.

Meloni alla tv amica: a destra litighiamo, ma la sera beviamo insieme (da La Repubblica). Attenti a non alzare il gomito ( P.A.)

 

meloni_meloni porro© fornito da La Repubblica

Tensioni nel governo? “Litighiamo tutti i giorni, litighiamo la mattina e beviamo un bicchiere di vino insieme la sera". Sdrammatizza. Risponde con una battuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in tv intervistata da Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4. "No, non litighiamo, qualche inciampo c'è, è anche fisiologico, ma sappiamo che cosa gli italiani sperano e si aspettano", aggiunge la premier assicurando che il governo "non cadrà". Cerca di dare l’immagine di un esecutivo in pace, nonostante le difficoltà di questi ultimi giorni, con il governo battuto in commissione Bilancio al Senato con il voto sul taglio al canone Rai voluto dalla Lega.

Dopo aver blindato la sua maggioranza, parla di migranti, sindacati, manovra, sanità, opposizione. Attacca il leader della Cgil, Maurizio Landini, che si muove da "ragioni ideologiche" e che fa "un'opposizione politica". E la segretaria del Pd, Elly Schlein per le accuse al governo di aver tagliato i fondi della sanità in manovra: "Si tratta di falsità", dice.

Scioperi, “deboli argomenti e risultati di Landini”

Il tema della protesta di piazza "mi preoccupa meno" anche perché "penso che normalmente i toni si alzano quando gli argomenti sono deboli e capisco la difficoltà di Landini perché i suoi argomenti sono deboli, come sono deboli i suoi risultati: lo sciopero generale che c'è stato" ha registrato "un'adesione sotto il 6%", dice la premier che non risparmia critiche alle posizioni del leader della Cgil che si muove da "ragioni ideologiche" e che fa "un'opposizione politica".

Le difficoltà di Landini, secondo Meloni, si trovano anche quando il leader della Cgil "si trova di fronte al governo che ha aumentato i salari, ha aumentato l'occupazione, ha diminuito la disoccupazione, ha aumentato l'occupazione femminile, ha aumentato i contratti stabili, ha diminuito il precariato, ha aumentato le pensioni minime, ha aumentato il Fondo sanitario nazionale". Misure "che servivano ad aiutare i lavoratori e segnatamente chi aveva redditi medio-bassi", sottolinea ricordando che le risorse necessarie "il governo le è andate a prendere dalle banche e dalle assicurazioni. E Landini - insiste - non sa come giustificare che lui fa lo sciopero generale contro questo governo e invece non l'ha fatto quando al governo c'erano ad esempio Letta, Gentiloni o Conte II quando l'occupazione era più bassa, la disoccupazione era più alta, il precariato era più alto, l'occupazione femminile era più bassa..."trovandosi oggettivamente con un problema di racconto". "Le rivendicazioni che aveva una volta il sindacato sui diritti dei lavoratori, temo che le abbiamo realizzate noi, mentre loro facevano gli scioperi generali".

Migranti, “il modello Albania funzionerà”

Tema spinoso: i migranti. "Il progetto in Albania è fallito? Ma quando mai... L'Albania funzionerà – assicura Meloni – Io non prendo impegni che non ritengo di poter mantenere. Ci sono delle soluzioni. Ci sto lavorando. Il progetto dell'Albania deve funzionare. Farò tutto quello che devo fare per farlo funzionare. Credo che sia assolutamente innovativo e non è un caso che sia attenzionato dalla quasi totalità dei Paesi dell'Unione europea, è un cambio totale nella gestione dei flussi migratori - aggiunge – Ci sono delle soluzioni per farlo funzionare, fermo restando che attendiamo la Cassazione, e abbiamo la Corte di giustizia europea. E vedremo anche quanto sostegno alla posizione italiana ci sarà di fronte alla Corte di giustizia europea quando arriverà questo giudizio. In ogni caso io sto lavorando anche su altre soluzioni e alla fine funzionerà. E guardi, non mi dica che ormai è fallito".

Dice di aver “messo in conto che avrei dovuto lavorare tre volte tanto dei miei predecessori per raggiungere i risultati. Sono attrezzata, lo sapevo, particolarmente sull'immigrazione, perché sapevo che ci sarebbe stata un'opposizione molto ampia".