venerdì 22 novembre 2024

La Rai 'accomodata' da Salvini, via Marano ( da Open.online, di Ugo MIlnao)

 

Rai, la proposta anti Ranucci e Maggioni della Lega: «Chi è dirigente non potrà condurre programmi»

Stop a dirigenti-conduttori, attività extra-aziendali remunerate e giornalisti-manager: tre cambi radicali per ridare assetto alla televisione statale. A proporli Antonio Marano, leghista e presidente facente funzioni della Rai, durante il consiglio d’amministrazione di ieri, giovedì 21 novembre. Lo si legge nell’edizione odierna del Corriere della Sera, in cui Antonella Baccaro sottolinea «il ruolo propositivo inedito per un presidente facente funzioni». È dallo scorso ottobre, in effetti, che in Rai si attende la nomina di un presidente con pieni poteri.

Le nuove proposte

Una delle tematiche sollevate da Marano, forse la più scottante per i piani alti di viale Mazzini, è la netta “separazione delle carriere” tra chi fa il dirigente e chi fa il conduttore. In poche parole, chi ha un incarico di vertice non potrebbe avere un suo programma. Il mirino sembra direttamente puntato su Sigfrido Ranucci di Report, Monica Maggioni di Newsroom e Milo Infante di Ore 14. Misura che non andrebbe invece a scalfire la possibilità dei direttori di testata – si pensi a Gianmarco Chiocci a capo del Tg1 – di comparire sporadicamente in onda con interviste.

Non di poco conto è anche l’idea di una vera e propria moratoria contro i giornalisti-manager. Per Marano, infatti, bisognerebbe evitare l’assegnazione di giornalisti a ruoli “di comando” esterni alle testate. A cui si aggiunge il tema delle attività extra-aziendali dei dipendenti, come la moderazione di convegni. A questi casi, finora contati come presenze al lavoro pur con attività al di fuori del recinto Rai, Marano vuole imporre una regolamentazione più rigida. Dovrebbero essere autorizzate, giustificate come assenze lavorative e rigorosamente non retribuite.

I progetti della Lega

All’interno della commissione di Vigilanza Rai si sono fatti soprattutto sentire i colleghi leghisti di Antonio Marano, che forse vedono nelle proposte del presidente facente funzioni la punta dell’iceberg di un progetto ben più ampio. Che affonda le sue radici nel desiderio, mai nascosto dal leader del Carroccio Matteo Salvini, di avere una presa salda sull’azienda. E che si aggiunge ad altre battaglie, come la riduzione del canone e l’abbattimento della spesa del personale.

Teatro Colon di Buenos Aires. Beatrice Venezi nominata direttore ' principale ospite'. La presenza di Giorgia Meloni, questi giorni, a Buenos Aires, non c'entra. Venezi è ' icona e rappresentante della cultura italiana nel mondo' - per l'attuale Governo

 Beatrice Venezi è stata nominata "Direttore Principale Ospite" del Teatro Colón di Buenos Aires, in Argentina, il principale teatro d'opera di notorietà internazionale dell'America del Sud.

    La nomina, che "consacra Venezi a icona e rappresentante della cultura italiana nel mondo", è avvenuta durante una cerimonia ufficiale a Buenos Aires al Teatro Colón alla presenza della ministra della Cultura Gabriela Ricardez, del governatore della Città Autonoma di Buenos Aires Jorge Macri e del direttore generale del Teatro Gerardo Grieco.

Il teatro Colòn è uno tra i più importanti e grandi al mondo, acusticamente considerato tra i primi cinque teatri in assoluto per la rappresentazione di opere liriche.( ANSA)

Lollobrigida. che fine gli ha fatto fare Giorgia, ora che non sta più con Arianna, sua sorella e, di conseguenza, non è più il ìcognato'? Travaglio aveva anticipato il suo destino odierno, già un anno fa: Lollo è scomparso. Ma fa il ministro!!!

 Ho sempre pensato che Giorgia Meloni fosse una politica di qualità perché ha delle grosse doti. Non si passa da zero al 26% alle elezioni senza avere i mezzi, soldi, aziende, televisioni. Non condivido quasi niente di quello che dice e di quello che pensa, ma non stiamo parlando di una cialtrona di passaggio. Tuttavia, questa è un’aggravante, perché un vero leader si vede da chi lo circonda“. Così a Dimartedì (La7) il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio si pronuncia sulla premier Giorgia Meloni, aggiungendo: “Se il leader ha paura che chi lo circonda gli faccia ombra, allora prende i mediocri. Se non si fida di nessuno, prende i parenti. Ed è purtroppo quello che è successo alla Meloni ed è probabilmente l’enorme buccia di banana sulla quale sta scivolando e che le costerà carissimo. Le occasioni devi coglierle, perché una te ne danno gli elettori”.

Travaglio continua: “Meloni non si fida dei suoi alleati, i quali non hanno ancora accettato l’idea che lei, donna outsider, underdog, eccetera, stia sopra le loro teste e li comandi a bacchetta. La sua classe dirigente, quella di Fratelli d’Italia, è terrificante, è il risultato di un riciclaggio di altri partiti e di altre esperienze fallite di centrodestra: dal berlusconismo alla vecchia democristianeria a risulte di leghismo a pezzi di neofascismo. Ogni volta che aprono bocca lei si fa il segno della croce“.

E si sofferma sulla cerchia familiare della presidente del Consiglio: “Meloni si è rinchiusa in questa ridotta familiar-familistica, dando il partito alla sorella e al cognato. È pure venuta a raccontarci che sono stati penalizzati dal cognome. Non abbiamo ancora sentito parlare la sorella, ma il cognato lo abbiamo sentito parlare, altroché. Tutti si possono rendere conto che se Lollobrigida non avesse sposato la sorella della Meloni, avrebbe fatto tutto tranne che il ministro“.


                                             *****

 Può un ministro, titolare di un dicastero strategico in un Paese come l'Italia, l'Agricoltura, Lollobrigida, sparire dalla circolazione, pur restando ministro? Questa è la tragedia maggiore e non da ora, ma da quando Giorgia l'ha premiato affidandogli quel ministero, perchè parte integrante della famiglia, per via di Arianna. E che ora sparisce solo perchè i due si sono lasciati.

 Arianna s'è sbracciata: All'indomani della separazione  ha detto che Lei per  Francesco si sarebbe buttata nel Tevere, che la sua stina nei confronti dell'ex partner è totale, e che lui è competente e si impegna da mattina a sera nel lavoro anche ministeriale. 

Giorgia, ovviamente, ha taciuto; ma gliel'ha fatto e continua a fargliela pagare da quel momento in poi. Non può dimetterlo, sarebbe troppo sporca; lo tiene a bagnomaria, non conta più nulla e, secondo la profezia di Travaglio, se non fosse stato il cognato, Lollo starebbe a fare un altro lavoro, ammesso che lo avesse trovato. 

                                                                   (Pietro Acquafredda)

Meloni e i suoi amici. ... La natura prima li fa e poi li accoppia

 Certo ci sono gli antichi detti: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei... oppure simile con  simili, ma Giorgia Meloni sembra che gli amici, o semplicemente  chi frequentare, vada a sceglierseli non spinta dal destino, dalla sapienza popolare o da doveri istituzionali ( in Usa prima Biden, certo molto lontano da Lei in tutti i sensi, e poi Trump che Lei dice di dover frequentare perchè rappresenta la potenza occidentale più vicina all'Europa  con la quale anche l'Italia  deve avere buoni rapporti) ma perchè - almeno fino ad ora - con tutti i nuovi e vecchi amici, condivide più di  una cosa, a partire  dalla visione del mondo e finire al nuovo 'corso' della politica europea e mondiale. 

Sfilano a braccetto con lei, in tenerissime pose, Orban, Musk, vedremo anche Trump appena si insedia, ed ora,  anche il presidente argentino, Milei, quello della motosega che sprezzante del pericolo di tagliarsi qualcosa di sè stesso, la agita come un vessillo.

 Certo  non è una bella compagnia, anche se occorre aggiungere che per dargli un certo non so che di accettabile e condivisibile,  Giorgia si premura di farsi vedere spesso abbracciata o a braccetto con Zelensky che, caparbiamente continua a difendere la sua I'Ucraina, e non sappiamo quando finirà.

Di una cosa bisogna però dare atto alla Premier, e cioè che Lei le amicizie anche di un tempo lontano, non le  rinnega mai; a nulla serve che dal suo cerchio magico  si continui ad assicurare che Lei con quelle facce non ha più nulla da spartire, se lei  insiste nel non pronunciare quella parola magica che metterebbe fine ad ogni sospetto e la mostrerebbe come una donna ( oltre che Giorgia, italiana, cattolica, madre) nuova: antifascista. Come non detto!  

giovedì 21 novembre 2024

Malattie professionali di musicisti. Se ne parla a Fiesole il 2 dicembre

 Un interessante ed utile incontro seminariale porta alla Scuola – lunedì 2 dicembre, ore 17:30, aula Centro Didattica – tre medici specialisti che illustreranno in che modo sia possibile prevenire, valutare e trattare le problematiche muscoloscheletriche e neurologiche relative alle professioni musicali.

 

Rosa Maria Converti è la responsabile del servizio di fisioterapia per i professori d’orchestra del Teatro alla Scala; fondatrice dell’Ambulatorio Sol diesis – dal 2004 al fianco dei musicisti presso l’IRCCS Fondazione Don Gnocchi di Milano – la dottoressa Converti è stata un’arpista professionista. Con lei ci saranno la collega fisiatra Marina Ramella e Francesca Cecchi, professoressa associata e direttrice della Scuola di specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa presso l’Università di Firenze.

 

Sensibilizzare i musicisti professionisti e gli studenti di musica a queste problematiche permette di prevenire una serie di disturbi che possono giungere a compromettere la prosecuzione dell’attività musicale. In ogni caso un’attenta osservazione del musicista durante la performance consente di identificare eventuali problematiche legate allo studio dello strumento e proporre programmi riabilitativi specifici per ciascuna patologia professionale e per tipologia di strumento.

 

Un’occasione da non perdere!

Ingresso libero

La Scuola di Musica di Fiesole per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

 

Giornata internazionale per l’eliminazione 

della violenza contro le donne


In collaborazione con il Comune di Fiesole, la Scuola partecipa alle iniziative in 

occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro

 le donne con un concerto pomeridiano all’Auditorium Sinopoli, lunedì 25 novembre

 alle 18:30.

Gli interventi del sindaco Cristina Scaletti e del direttore artistico Alexander Lonquich

 introducono i temi della Giornata, la cui urgenza è drammaticamente ribadita dalla 

cronaca quotidiana, mentre il Quartetto Gynaikos e SMFemme Vocal Ensemble 

arricchiscono con la musica lo spazio delle nostre riflessioni.

 

Far musica con gli altri significa cercare di costruire insieme la bellezza, e l’armonia

 delle relazioni interpersonali è importante, per raggiungere questo risultato, quanto

 l’impegno e la passione individuale; per questo la scuola è presidio di una necessaria

 educazione all’affettività, alla condivisione ed al rispetto di tutti.

 

Il concerto si apre con il Quartetto Gynaikos (Costanza Gabbrielli ed Emma Zebi violini,

 Giorgia Bartoccini viola e Benedetta Matteoli violoncello), impegnato nell’esecuzione

 dell’Adagio ma non troppo dal Quartetto per archi in mi bemolle maggiore HelH 277 di 

Fanny Mendelssohn-Bartholdy, e prosegue con l’Andante cantabile con variazioni dal

Quartetto in la maggiore op. 18 n. 5 di Ludwig van Beethoven e con due movimenti – 

Scherzo e Finale – dal Quartetto in sol maggiore op. 33 n. 5 Hob.III:41 di Franz Joseph

 Haydn.

 

SMFemme Vocal Ensemble, diretto da Stefania Scarinzi, propone invece undici brani 

affidati alle voci jazz della Scuola, al pianoforte di Eleonora Ristori ed alle chitarre di 

Nicholas Bencini e Sergio PriscoMariarita ArancioMatilde BaglioniZoe Margaret

 BertiniEmily Jennifer Bianchi, Alisa Gonsales MoroGiulia LocasoCamilla Masse

ttiFrancesca MenciGaja Pietraszewski e Michelle Rodriguez interpreteranno un 

brano ciascuna, da Me and a gun, in cui Tori Amos racconta la violenza subita, fino ad 

Este seu olhar (Questo tuo sguardo) di Antônio Carlos Jobim, nel quale il gruppo si 

riunisce per il finale.

 

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le 

onne, verrà inaugurata una nuova panchina rossa nel parco della Torraccia: a 10 anni 

dalla prima installazione torinese, che aveva lo scopo di commemorare le donne uccise

 dalla “violenza feroce di compagni, mariti, amici, parenti, conoscenti, a volte sconosciuti“, la Scuola desidera invitare coloro che la frequentano a riflettere sulla violenza di genere, attraverso il segno potente di una panchina rossa

 nel verde del parco.