Ignaro Marino le ha tentate tutte in questi mesi per difendersi, da ultimo s'è asserragliato nel suo fortino in Campidoglio dal quale non voleva più uscire, mentre ripeteva ai suoi più stretti collaboratori che lo consigliavano a mollare il ritornello della famosa barzelletta: qui comando io e sto dove mi pare!. E ciò, mentre la città precipitava nelle buche omicide che lui stesso non riusciva a far riempire di asfalto, lui e l'assessore Pucci, arrivato da poco e che aveva promesso il miracolo della rinascita di Roma, ben sapendo che quando si parla di miracoli non si va oltre la promessa. Perché i miracoli non avvengono mai; perfino quelli della Chiesa vengono troppo spesso messi in discussione anche dalle stesse autorità ecclesiastiche.
Poi all'inefficienza dell'amministratore si è aggiunto lo scandalo di 'Mafia Capitale', nel quale anche il suo partito, dal quale ha preso le distanze per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, era coinvolto. Ed ha convinto il commissario Orfini che da lì ricominciava la rinascita, dopo tale prima bonifica della Capitale. E Orfini , fino a ieri l'ha difeso, anche con il premier Renzi, il quale - è bene dirlo- con l'uscita di Marino si trova a dover provvedere in tempi brevi il PD romano di un candidato capace di togliere il Campidoglio a i '5 stelle', gli aspiranti al ruolo di sindaco con maggiori chances, fatta fuori la destra che con lo scandalo di 'mafia capitale' è stata affossata definitivamente, per le enormi responsabilità dell'amministrazione di Alemanno.
Marino avrebbe dovuto mettersi al lavoro e farsi finalmente apprezzare da amministratore, anche in vista del Giubileo. Ma che? Marino ci ricasca. Parte per le vacanze, dimentica di firmare i decreti relativi a CdA e AD di Musica per Roma. Nuovo grattacapo che si presenta al suo ritorno quando non si può più rimediare. Nel frattempo c'è stato ancora un problema con il funerale del capoclan Casamonica, mentre lui era in vacanza, da dove non ha fatto ritorno neanche un'ora prima di quando aveva stabilito in partenza.
Non contento ancora riparte per gli Stati Uniti, al 'seguito del Papa' - lui dice, temerario assai. A questo punto, alla vigilia del Giubileo, crea imbarazzo anche in Vaticano tanto da costringere Papa Francesco a dover scandire che lui Marino non lo ha invitato in America. CHIARO?
E Marino, ormai fuori di testa - lo temono tutti - risponde anche in tv che lui, fosse stato Papa Francesco, non avrebbe fatto quella precisazione. Marino da quel momento in avanti non deve solo dimettersi ma deve essere preso in cura da una struttura sanitaria per il trattamento obbligatorio, cosi ci chiama, previsto in simili casi.
E poi, l'ultimo capitolo, quelle delle cene e pranzi, pagati con la carta di credito del Comune, a ai cittadini addebitate. Ha detto una cesta enorme di bugie sui suoi commensali e sugli scopi di tali incontri conviviali. Smentiscono le sue ricostruzione i trattori dai quali egli si è fatto servire piatti anche costosi e vini che forse neanche per casa sua, benchè li conosca, compra mai; e dai suoi ipotetici ospiti che non possono tutti dire il falso, allo scopo di prendere le distanze dal sindaco.
E' chiaro che tutte le ricostruzioni giustificative di tali incontri a tavola sono FALSE. Ma allora c'è da dubitare degli sventolati, a mo' di minaccia,' suoi diari nei quali per filo e per segno ogni sera scrive ciò che ha fatto o gli è stato fatto. Con questi diari aveva minacciato anche il suo partito quando aveva detto che avrebbe rivelato le numerose pressioni del partito al momento delle nomine della giunta. Se tanto mi dà tanto, anche quelle ricostruzioni sono false, e lui le ha minacciate sapendo di dire il falso, nella grande maggioranza dei casi.
Quando il sindaco, di una grande città, anzi della Capitale di un paese, fa questi scivoloni che vanno ad aggiungersi alla sua evidente incapacità di governare, allora vuol dire che è arrivato il momento di farsi da parte. E espatriare.
Perché nessuno gli affiderebbe più incarichi amministrativi di responsabilità e perché ogni volta che verrebbe mandato a comprare qualcosa gli si chiederebbe, seduta stante, lo scontrino ed il resto, fino all'ultimo centesimo. Come si fa con i servi, dopo che si è scoperto che sono ladruncoli e che fanno la cresta sulla spesa.
Marino come Cota, come Fiorito ( Batman, per il Consiglio del Lazio),Bossi e tanti altri colti sul fatto, sorpresi con le mani nel barattolo della marmellata, come si dice. Peccati da uomini, meno le donne, Fra le pochissime beccate in simili traffici, si ricorda solo un caso eclatante, quello di Giovanna Maglie, corrispondente RAi da New York, con la differenza che lei non era un pubblico amministratore mentre Marino e gli altri ladruncoli da quattro soldi lo sono stati.
A che serve a questo punto minacciare che le dimissioni appena date potrebbe egli stesso revocarle, come prevede la legge? Che altra follia vuole fare? Il PD stia attento, lo faccia curare perchè un uomo della notorietà di Marino che essendosi imbarcato in una impresa più grande di lui, fa buca, può commettere qualunque cosa. E noi, sinceramente, senza essere nè psicologi nè psichiatri, lo temiamo davvero.
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