A tempo di record, gli assessori alla cultura dei due massimi capoluoghi del nord ( Torino e Milano), e cioè Del Corno e Braccialarghe, hanno nominato il nuovo direttore artistico del Festival Mito per il 2016, che sarà Nicola Campogrande, di primo mestiere compositore, di secondo: commentatore radiofonico ( quello che in questi anni gli ha fruttato di più, anche alla luce di questa ultima nomina, e terzo anche divulgatore, come si deduce dall'ultimo libro (che però non abbiamo ancora letto, ma lo leggeremo).
Campogrande, hanno spiegato, è torinese di nascita e milanese di studi, al Conservatorio di Milano; conosce i media, e lavora molto di fantasia, come ha fatto in occasione dell'Expo, quando ha costruito una serie di variazioni sugli inni nazionali delle nazioni presenti, affidate all'Orchestra Verdi di Milano, che, si spera, dopo l'attenzione riservatagli di derivarne una maggiore presenza nel festival MiTo, dal quale era stata gentilmente tenuta fuori dal trio che l'ha governato in questi anni, e cioè Restagno-Micheli-Colombo, e nel quale sarebbe opportuno che rientri.
I suoi padrini assessori, nel delinearne il cursus honorum, hanno anche ricordato che Campogrande è il direttore artistico della Filarmonica di Torino. Che è? Ah, sì lo sapevamo; in un suo articolo apparso su 'La lettura', a cui collabora, Campogrande aveva parlato di una nuova opera di Azio Corghi commissionata anche dalla sua Filarmonica - lo aveva dichiarato egli stesso, per non attirarsi le critiche sempre pronte quando si vede qualcuno a lavorare troppo 'pro domo sua'.
Comunque Campogrande ora ha la grande occasione di mostrare la sua capacità organizzativa oltre che ideativa, nel programmare un festival che certamente non avrà più a disposizione i fondi di un tempo, nè un raccoglitore di soldi qual era Francesco Micheli, di professione finanziere, con l'hobby di famiglia della musica. E, a detta dei due assessori, il Festival è atteso ad una svolta, perchè non ha più senso che le due città si coalizzino senza travasi di pubblico e senza l'arrivo di pubblico nuovo oltre quello indigeno. E poi, alla luce di quando accaduto nell'estate dell'EXPO, andrebbe anche ripensata l'intera offerta che quest'anno non ha certo usufruito dell'EXPO, come non ne ha usufruito neanche la Scala che, senza pudore ha dichiarato: era meglio se chiudevamo il teatro in agosto. Ora, anche se siamo convinti che i soldi spesi per la musica non siano mai buttati, serve interrogarsi quanto faccia bene una offerta eccessiva in rapporto alla domanda. Crediamo che anche questo sia un problema non da poco che MiTo deve affrontare e risolvere.
L'uscita di scena del terzetto collaudato, era dovuta sicuramente alla nuova situazione economica segnata da finanziamenti ridotti, ed anche agli imprevisti delle prossime elezioni comunali di primavera nei due comuni interessati, specie dopo che il. sindaco di Milano, Pisapia, ha declinato l'invito pressante di tanti, e anche di Renzi, a ripresentarsi.
Tali elementi di incertezza hanno spinto gli assessori ad ancorare immediatamente la prossima edizione del festival. Ora Campogrande può dimostrare se sa fare in un campo per lui totalmente nuovo.
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