Da qualche giorno si vede in tv una campagna promozionale della lettura, della serie 'pubblicità progresso' voluta e finanziata dal governo che così qualche soldo alle emittenti televisive glielo dà.
Si vedono ragazzi che in una biblioteca ( libreria?) prendono libri e ci giocano a palla - prima fanno un palleggio, e non una sola volta, con il libro che rimbalza miracolosamente, poi giocano a pallacanestro, sempre con un libro, e mettono a segno qualche punto centrando il canestro. E si termina, con lo slogan: Leggi, fai centro!
Che bestialità è questa? Solo uno come Renzi/Fonzie può aver avuto una idea così brillante. L'idea di appassionarsi alla lettura, magari comodamente seduto in poltrona o sdraiati sul divano, era poco giovanile per un premier che di libri fa vedere che ne compra tanti, ogni volta che esce da Palazzo Chigi, senza che sappiamo poi quale uso ne faccia, e cioè se ci giochi a a calcio o a pallacanestro quando nessuno lo vede, o li tiri addosso ai ministri nelle movimentate riunione del suo gabinetto.
Dunque una bella idea sostenuta da una pessima realizzazione che ci ha fatto venire in mente un'altra analoga becera situazione.
La tv trasmise, molti mesi fa, una lunga intervista ad uno dei manager più in vista del nostro paese, Kaiser Franz Tatò, all'epoca presidente della Treccani. Si vide e si ascoltò anche sua moglie, l'avvenente Sonia, che aveva creato con una catasta di volumi della celebre enciclopedia, che non sapeva dove mettere (così dichiarò!) un tavolo da salotto, sul quale poggiarvi caffè pasticcini e tutto il necessario per la merenda della figlia o per il the con le amiche. Non ricordiamo, per fortuna, la bestialità con cui la bella signora commentò quella trovata 'di architettura di interni' .
Noi non ci spingiamo fin dove si era spinto quel nostro amico che imprecava contro Bernstein che nelle sue lezioni di musica in tv, calpestava, camminandoci sopra, le partiture delle Sinfonie di Beethoven, ma esigiamo un pò di rispetto per il libri e per quello che significano. E ciò vale sia per la becera campagna televisiva sia per la blasfema trovata della signora Tatò.
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