giovedì 3 ottobre 2024

Emanuela Orlandi. La musica non c'entra con ola sua sparizione. Interrogati mons. Miserachs, direttore della scuola di musica frequentata dalla ragazza, e il chitarrista Alberto Laurenti (da Il Gazzettino)

 


Emanuela Orlandi, il maestro di canto interrogato dal capo della gendarmeria vaticana: «Confermo, fui sentito nel 2012»

«Sì confermo, nel 2012 fui interrogato dal capo della gendarmeria vaticana, Domanico Giani», «non so se oltre me è stato convocato qualcuno però io fui convocato dal capo della Gendarmeria, c'era anche l'assessore della Segreteria di Stato e qualche altro gendarme perché papa Benedetto voleva far luce sulla questione». Lo ha detto monsignor Valentino Miserachs Grau, già maestro di canto corale della scuola di musica «Tommaso Ludovico da Victoria», frequentata da Emanuela Orlandi, audito oggi dalla Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi.

Monsignor Valentino Miserachs Grau, già maestro di canto corale e vice direttore della scuola di musica «Tommaso Ludovico da Victoria», frequentata da Emanuela Orlandi, è stato ascoltato oggi, giovedì 3 ottobre, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa della cittadina vaticana e di Mirella Gregori. 

Le rivelazioni di Alberto Laurenti, noto chitarrista 

«In questi giorni ho letto fantasiose elaborazioni della verità che vedrebbero il mio nome accostato a quello di Emanuela Orlandi nel quadro di inesistenti frequentazioni amicali ed ambiziosi progetti artistici: nulla di più falso. Il rapporto tra me ed Emanuela si limitava a timidi sguardi e rapidi saluti tra adolescenti che frequentavano, una volta a settimana, i corsi di canto corale presso l'Istituto vaticano Ludovico da Victoria di piazza Sant'Apollinare a Roma»: a precisarlo è Alberto Laurenti, noto chitarrista e compositore di celebri canzoni per grandi artisti tra i quali Franco Califano, Renato Zero e Gabriella Ferri. «Quello che più mi disturba e mi ha spinto ad intervenire - dice Laurenti all'ANSA - è che si vuol far passare una quattordicenne di quarant'anni fa, un'altra epoca, come una ragazza assetata di fama e successo che addirittura avrebbe sfruttato la presenza tra il pubblico di un programma televisivo per poter raggiungere chissà quale obiettivo pseudoartistico. Ho letto articoli vergognosi, i cui autori meriterebbero richiami disciplinari su cui il mio legale sta lavorando, che tentano di scavare nella testa di una ragazzina attribuendole iniziative mai avvenute». In quel periodo, ancora ricorda Laurenti, «che va dai miei 14 anni alla maggior età, ho conosciuto e frequentato tanti colleghi del conservatorio, tranne Emanuela, più piccola di me con la quale, ribadisco, non ho avuto mai alcun rapporto eccedente un semplice saluto. Questa è l'unica verità, come riferito alle forze dell'ordine che mi sentirono come persona informata dei fatti oltre 40 anni fa anche sulla mia presenza a Roma durante la sparizione della povera Emanuela. Ho riferito loro - racconta - che quel giorno raggiunsi l'ospedale Celio per sottopormi ad un piccolo intervento dermatologico dopo essermi spostato con mezzi pubblici da Orvieto dove prestavo il servizio militare presso la caserma Piave». Laurenti non vuole che il suo nome venga tirato in ballo impropriamente su questa vicenda, soprattutto per rispetto verso Emanuela Orlandi e la sua famiglia. «Mi aspetto - conclude - che non vengano divulgate oltre notizie tanto false quanto sgradevoli nel rispetto di chi, come i familiari di Emanuela, sta cercando la verità da tanti, forse troppi anni». Interviene anche l'avvocato Francesco Lauri, che assiste Laurenti: «Citare un artista famoso nell'ambito di una vicenda così triste al solo scopo di attirare i lettori oltre al possibile danno di indagine, che mi riservo di tutelare nelle sedi competenti, rischia di distrarre l'opinione pubblica dai risultati più seri che le varie commissioni di indagine stanno cercando di conseguire da tempo».

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