Nuovo cambio al vertice della Filarmonica Romana presieduta da Paolo Baratta, vice presidente Matteo D'Amico, nel consiglio direttivo Panni, Ballola, Dall'Ongaro ( Ballola, Dall'Ongaro e D'Amico sono anche nel consiglio di amministrazione di Santa Cecilia: che casino, povera santa! ). Questa comunanza di uomini, di intenti e di interessi ci aveva fatto scrivere qualche mese fa della prossima possibile fusione fra Santa Cecilia e Filarmonica. A Cesare Mazzonis, dimessosi anzitempo per motivi personali, succede Matteo D'Amico.
Cesare Mazzonis era arrivato, tornato, a Roma in estate con l'incarico di direttore artistico, succedendo all' indimenticato Cappelletto; ha preparato qualche sbarco della sua Orchestra Rai alla Filarmonica - in questo progetto non era solo, alla Filarmonica - s'è fatto pagare poco, anzi pochissimo :appena 7000 Euro fino a febbraio (ma forse era solo per febbraio, mentre per il semestre del 2013 il dato non viene fornito, chissà per quale ragione) e poi se ne va. Ovvio che la decisione di andar via era maturata da tempo, altrimenti non si capirebbe la ragione di quel compenso 'fino a febbraio', come si legge nel sito - dove speriamo di leggere quanto prima il compenso per Matteo D'Amico. E c'è subito un altro pronto a sostituirlo, guarda caso cercato lontano dall'Accademia, cioè nella presidenza dell'Accademia. Matteo D'Amico è infatti dell'Accademia vice presidente. Il nuovo direttore - si legge nel buffo e beffardo comunicato stampa ufficiale - tenuto all'oscuro del nuovo incarico, appresa la notizia della nomina - Baratta pensa che portiamo tutti l'anello al naso - ha ringraziato e ha dichiarato che farà di tutto per rendersi degno di tale responsabilità. Non va dimenticato che, per il ripetersi del solito gioco dell'oca, D'Amico è già stato direttore artistico della Filarmonica agli inizi degli anni Duemila.
I misteri della vita musicale romana si infittiscono e moltiplicano. A Santa Cecilia c'è chi dice che Cagli stia preparando la sua successione - lo hanno scritto i giornali indicando anche il candidato che sta facendo il necessario apprendistato sotto l'ala protettrice dell'attuale sovrintendente. All'Opera le acqua sono agitate, chissà se Muti continuerà, se Fuortes riuscirà a tirar fuori quel vascello dal mare in tempesta; alla Filarmonica pasticciano sempre fra di loro e con gli stessi giocatori. di condominio e di loggia.
Infine, una nota sulla eleggibilità (ineleggibilità!) di Matteo D'Amico. La legge vigente riguardante il codice dei pubblici dipendenti, cosiddetta legge Brunetta, prevede nel caso in cui si voglia affidare un incarico esterno ad un pubblico dipendente ( D'Amico è professore al Conservatorio di Santa Cecilia , e come tale già non poteva fare il vice presidente, che è incarico anche amministrativo vietato dalla legge ), si debba PREVENTIVAMENTE domandarne l'autorizzazione all'ente pubblico, il quale comunque può concedere l'autorizzazione solo se si stratta di incarichi occasionali, saltuari, di breve durata, quale appunto la direzione artistica non può essere in alcun modo considerata, se non con un atto ulteriore, falso sotto ogni profilo. Ma, come si sa, chi comanda se ne fotte delle leggi, almeno che qualcuno non impugni simili atti davanti ad un tribunale, tanto se si aspetta che si muovano i ministeri competenti si fa notte.
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