La recente polemica relativa allo stipendio di Moretti, amministratore delegato di Ferrovie Italiane, che ha preso quel treno con oltre due miliardi di deficit ( ma il precedente amministratore aveva uno stipendio superiore a quello di Moretti ed ha avuto una buonuscita milionaria, alla faccia della sua amministrazione disastrosa!) e l'ha portato nel giro di due o tre anni ad un attivo di mezzo miliardo, ci fa pensare ad alcuni casi del nostro (leggi:musicale) mondo, già segnalati su questo blog ed ora venuti nuovamente a galla a causa del limite proposto - così sembra - dal presidente Renzi al tetto dei compensi dei manager pubblici, fra i quali come non annoverare anche i dirigenti massimi delle istituzioni musicali che senza il finanziamento determinante dello Stato chiuderebbero in ventiquattrore?
Lo stipendio del Presidente della repubblica è di 248.000 Euro, se non andiamo errati. e dunque al massimo i manager pubblici possono avvicinarsi a quella cifra, secondo Renzi. Andare oltre non si può. Il caso di Moretti è fuori discussione. Guadagna ogni anno 800.000 Euro circa per guidare un'azienda che, se fa cilecca, crea grossi guai al paese tutto, e con un bilancio di alcuni miliardi( magari ci si dovrebbe chiedere quali responsabilità abbiano Arcuri per avere uno stipendio simile a quello di Moretti, o Masi che comunque ha uno stipendio quasi doppio quello di Napolitano; non sono che esempi, la casistica non lascia fuori nessun settore) .Veniano al settore musicale.
Il sovrintendente della Scala guadagna, alla fine della fiera, quasi un milione di Euro; ma con quali responsabilità che possano, anche lontanamente, paragonarsi a quelle di Moretti? Nessuna. E, infatti, il prossimo sovrintendente, Pereira, avrà un compenso molto più basso. Se oggi l'abbassamento della soglia massima fosse già in vigore, si dovrebbe ridiscutere il compenso di Bruno Cagli all'Accademia di santa Cecilia che guadagna 300.000 Euro - una cifra spropositata, ma anche quella dell'ing. Francesca Colombo che guadagnava 300.000 Euro a Firenze e che poi è andata via, all'emersione del solito buco di bilancio; ma anche i compensi di Girondini a Verona, dove s'è scoperchiata la pentola del malaffare cittadino - ogni giorno una pentola ! - nel quale però non si fa il suo nome, dovrebbe venire a più miti pretese; stesso discorso potrebbe farsi anche per Fuortes che si avvicina alla soglia del compenso del Presidente Napolitano.
Il lavoro e le responsabilità di questi signori del nostro ambiente nulla hanno a che fare con lavoro e responsabilità dei manager delle grandi aziende.
Una volta entrato in vigore il limite di Renzi, il Ministero dello Spettacolo dovrebbe a sua volta porre un limite ai compensi dei sovrintendenti e direttori artistici, caso mai proponendo una forbice, neanche tanto larga, ma senza le enormi differenze di oggi, perchè oggi il suo compenso il sovrintendente se lo dà da solo, naturalmente con il consenso del consiglio di amministrazione, ma se è un incosciente se lo dà bello consistente, con il tacito e complice consenso del consiglio.
Il ministro Franceschini, se minimamente pensa ai compensi dei sovrintendenti di zone archeologiche e musei di grandissima importanza, al limnite della vergogna, non dovrebbe aspettare neanche un minuto per razionalizzare gli stipendi dei sovrintendenti delle fondazioni liriche e delle massime istituzioni musicali. E,infine, dovrebbe porre un limite ai cachet degli artisti che suonano e cantano in Italia. E' sbagliato e pretestuoso, oltre che falso dire che tali cachet sono dettati dal mercato; no, non è così. In Italia - tutti lo sanno- gli artisti vengono pagati più che altrove; allora è arrivato il momento di tagliare anche quei cachet. Chi dice che se si abbassano i cachet quegli artisti non vengono più in Italia, dice il falso e sa di dirlo. La piazza italiana è troppo importante per girarvi alla larga.
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