E' trascorso un mese a mezzo dalla data in cui tutte le istituzioni musicali finanziate con soldi pubblici, in ossequio alla legge sulla trasparenza, avrebbero dovuto rendere noti i compensi dei dirigenti. Ad oggi sono ancora tante le istituzioni inadempienti, e la maggioranza quelle che comunque cercano di rendere il meno visibili i dati relativi a tali compensi.
La IUC di Roma, per adeguarsi, ha reso noto che i consiglieri di amministrazione ed i componenti il consiglio artistico, prestano GRATUITAMENTE la loro opera, alcuni addirittura da decenni ( naturalmente ciò vale per quest'anno; forse sarebbe stato opportuno che scrivessero che anche nel recente passato le cose stavano allo stesso modo. Non abbiamo ragione di dubitare della IUC, ma qualche sospetto ci viene). E, comunque, dell'unica persona che lavora alla IUC, con un ruolo di vertice, erede della famiglia Fortuna, che ha visto al vertice oltre il padre fondatore e la madre che l'ha ereditata, la figlia Francesca che l'ha ereditata a sua volta dalla madre, ora direttore generale, non si rivela il compenso. Perché?
Alla Filarmonica Romana altra farsa economica. Di Cesare Mazzonis si legge che il suo compenso fino al 28 febbraio era di Euro 7.000 netti. Da quando ? E dal primo marzo? Anche lui lavora gratis?
Se andiamo a vedere qualche altra istituzione, come la 'Società Primo Riccitelli' di Teramo, lì i compensi dei manager non si rendono noti per nessuno, conosciamo solo il curriculum professionale di ciascuno di essi. Che sinceramente non ci interessa. Anche lì evidentemente lavorano gratis come a Roma alla IUC ed alla Filarmonica.
E, infatti, in queste tre istituzioni - e chissà in quante altre - le stagioni le invidiano da tutto il mondo; perchè nella programmazione spendono fino all'ultimo centesimo dei finanziamenti, non dovendo pagare nessuno dei dirigenti che se ne occupano. L'Italia musicale è una meraviglia; e i suoi dirigenti - maschi e femmine - tutti 'madre terese'.
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