In una settimana già ad alta tensione tra Italia e Francia, un articolo a firma Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura e attuale corrispondente Rai da Parigi, ha innescato un nuovo fronte di polemica. Il testo, pubblicato oggi su Il Giornale, attacca duramente il presidente francese Emmanuel Macron, definendone la politica internazionale “ondivaga” e mettendo in luce l’impopolarità del governo guidato da François Bayrou. Il pezzo arriva nel momento più delicato per le relazioni tra Roma e Parigi: il vicepremier Salvini, solo poche ore prima, aveva deriso pubblicamente Macron dicendo:
“A Milano si direbbe ‘taches al tram’ – attaccati al tram. Vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina.”
La frase ha causato una crisi diplomatica immediata, con la convocazione dell’ambasciatrice italiana a Parigi da parte del Quai d’Orsay, e un forte imbarazzo per il governo italiano, che per ora ha preferito non commentare ufficialmente. Tajani ha tentato una mediazione telefonica con il collega francese, mentre Palazzo Chigi resta in silenzio. Il Quirinale, secondo fonti interne, non nasconde la preoccupazione, soprattutto in relazione al Trattato del Quirinale che avrebbe dovuto rinsaldare l’asse tra i due Paesi.
Ma il caso si complica con un filone interno alla politica italiana, che ora coinvolge direttamente la Rai e la Commissione parlamentare di Vigilanza.
La pubblicazione dell’articolo di Sangiuliano ha suscitato l’immediata reazione dell’Alleanza Verdi-Sinistra (Avs): Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, insieme al senatore Peppe De Cristofaro, hanno annunciato un’interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai. La loro accusa è chiara:
“Un giornalista del servizio pubblico ha il dovere di garantire informazione imparziale e non può trasformarsi in opinionista politico al servizio del governo Meloni. Il contratto di servizio Rai e il codice etico vietano conflitti d’interesse e impongono indipendenza e pluralismo.”
Avs chiede chiarimenti all’ad Rai Roberto Sergio Rossi (già autore di un recente documento sulla sobrietà nei social da parte dei giornalisti Rai) e l’audizione urgente in Commissione.
Non si è fatta attendere la replica di Sangiuliano, che ha annunciato di star valutando azioni legali presso la magistratura italiana e la Corte europea dei diritti dell’uomo, dichiarando:
“Le mie corrispondenze Rai sono asettiche e ineccepibili secondo i canoni del servizio pubblico. Il comunicato di Avs è una violazione della Costituzione e delle Carte europee che salvaguardano la libertà di espressione.”
E ancora:
“Non mi lascio intimidire. A breve sarà pubblicata una mia biografia su Erdogan, in cui denuncio la repressione dei giornalisti in Turchia. Quei colleghi sono un esempio anche contro gli ‘erdoganiani’ d’Italia.”
La difesa di Sangiuliano ha trovato subito sostegno in Francesco Filini, capogruppo di Fratelli d’Italia in Vigilanza Rai, che ha definito l’iniziativa rossoverde un “tentativo di censura grottesco”:
“Vogliono mettere il bavaglio a un giornalista solo perché non la pensa come loro. E poi accusano il governo Meloni di attaccare la libertà di stampa. La sinistra perde il potere ma non il vizio.”
L’intera maggioranza si è schierata a difesa di Sangiuliano, parlando di un attacco “ridicolo”, “doppiopesista”, e contrario allo European Media Freedom Act, che garantisce libertà editoriale anche all’interno dei servizi pubblici.
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