A chi sarà venuto in mente di proporre come candidato alla sovrintendenza del Petruzzelli di Bari, Domenico Muti, figlio di Riccardo e Cristina, ci piacerebbe veramente saperlo. Immaginiamo la sua mente attraversata da propositi deliranti.
Il figlio di Muti, che ha retto l'azienda paterna, il marchio 'Riccardo Muti', ma non ha mai diretto un teatro, candidato a debuttare in quello che una volta - prima del delinquenziale incendio - fu anche centro di memorabili spettacoli, come il Petruzzelli? Solo una mente malata può immaginarlo, fidando, incautamente, sul successo del concerto del padre con i Berliner di qualche settimana fa e nella vana speranza che Domenico si porti appresso sia Riccardo che Chiara. Sembra - così trapela dal reparto di igiene mentale dove sarebbe ricoverato il proponente - che il progetto sia stato definitivamente abbandonato. Il proponente, si legge su Dagospia - è sato Gianmarco Mazzi sottosegretario alla Cultura, sempre lui. Che non vuol essere ricordato, per la sua nefasta presenza al ministero, meno di Salvo Nastasi.
Non è che con l'altro nome, quello di Gianna Fratta, le cose farebbero un salto di qualità. La direttrice pugliese, ora alla Camerata barese, ha avuto diverse esperienze in Sicilia - sponsorizzata da Forza Italia, lei moglie di Piero Pelù? - ma senza che nessuna di esse si segnalasse particolarmente. Perciò affidarle un teatro che sta tentando di imporsi per originalità e qualità delle proposte, ci sembra assai rischioso. Dunque anche questa ipotetica soluzione va abbandonata.
E allora? se non c'è nulla di nuovo, si va sull'usato sicuro come nel caso di Triola e Schwarz, che esperienza di amministrazione di teatri ne hanno ed ambedue sono cresciuti sotto il sole pugliese di Martina Franca, nel Festival della Valle d'Itria.
Si è fatto anche un altro nome, quello di Nazareno Carusi, targato Forza Italia, in pubblico e privato. Negli ultimi anni, dopo l'incidente che gli ha troncato la carriera di pianista, della quale sia Muti che Paolo Isotta raccontavano meraviglie, e sponsorizzato apertamente da Gianni Letta ( certamente lo è stato per la presidenza del Conservatorio dell'Aquila) ha fatto in Italia il 'giro delle sette chiese' dei consigli di amministrazione, con la sola eccezione del Concorso Paganini, dove ha ottenuto la direzione.
Carusi che ora non può più pestare la tastiera di un pianoforte, pesta quotidianamente quella del suo computer, perchè la sua partecipazione a tutti i consigli di amministrazione è virtuale , a distanza. Per certo lo è stata per gran parte dei Cda del Conservatorio dell'Aquila, nei cui verbali, il segretario annota diligentemente, secondo quanto vuole la legge, che il Presidente partecipa da remoto, senza aggiungervi, in spregio di ogni legge, la ragione di tali reiterate assenze. Lui può, sembra voglia dirci. Anche a Bari no. (P.A.)
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