venerdì 29 agosto 2025

Basta armi nella striscia di Gaza. Appello di cattolici ebrei, musulmani ( da Quotidiano.Net, di Giovanni Panettiere )


Ebrei, cattolici e islamici. Appello unitario per la pace: "Basta armi nella Striscia"

Il tempo di passaggio dalla banalità del male alla sua normalizzazione è la frazione di un attimo. La tentazione di assuefarsi al dolore e alla sofferenza altrui avanza inesorabile ai nostri tempi ogni volta che si distoglie lo sguardo su quanto accade quotidianamente in Medio Oriente, nella Striscia di Gaza. Ma non si può restare indifferenti agli occhi di Dio, non nel suo nome, sia che lo si chiami Yahweh, sia che lo si invochi come Allah. Per questo i vertici cattolici, ebrei e islamici in Italia hanno lanciato un appello accorato ed inedito per la pace, la convivenza e il dialogo contro quella che definiscono senza infingimenti "la normalizzazione del male". Parole per silenziare le armi, evitando qualsiasi legittimazione religiosa della violenza, ma anche e soprattutto l’impegno per la realizzazione di un incontro tra vescovi, rabbini e imam che sia "diretto, non convenzionale, né confessionale, per testimoniare insieme una responsabilità comune".

L’appello delle tre fedi monoteiste, esclusi i cristiani valdesi, ortodossi e protestanti, è firmato dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, da Noemi Di Segni, al timone della Unione delle comunità ebraiche italiane, da Yassine Lafram, responsabile della Unione delle comunità islamiche d’Italia, da Abu Bakr Moretta e Yahya Pallavicini per la Comunità religiosa islamica italiana e da Naim Nasrollah, presidente della Moschea di Roma. "Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio – è il messaggio centrale dell’appello –. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi". Il documento afferma "l’improrogabile necessità di favorire qualsiasi iniziativa di incontro per arginare l’odio, salvaguardare la convivenza, purificare il linguaggio e tessere la pace". Da qui la denuncia della "nefandezza di una propaganda" che induce a schierarsi l’uno contro l’altro, "ma mai a favore del Bene".

Al posto della logica della contrapposizione cattolici, ebrei e musulmani chiedono azioni concrete per dare un presente e un futuro di pace a kazawi e israeliani. "Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele – è l’invocazione –. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti". E ovunque si fermi ogni forma di antisemitismo e islamofobia.

Dal 7 ottobre 2023, data della carneficina di Hamas nei kibbutz israeliani, ad oggi è la prima volta che cattolici, ebrei e musulmani uniscono le loro voci a livello nazionale per fermare il conflitto, al netto di talune sporadiche iniziative in alcune città. Tra queste Torino. Senz’altro tutto ciò sarebbe piaciuto al compianto primate d’Italia, papa Francesco, ma a coronare un risultato fino a poco tempo fa anche solo inimmaginabile, complice anche i tempi più maturi, è stato il cardinale bergogliano per antonomasia. È stato Zuppi il collante fra ebrei e musulmani. L’appello corale arriva dopo una serie di piccoli passi all’insegna dell’empatia e della compassione, due doti che contraddistinguono da sempre don Matteo.

Prima l’intervento apriprista con il responsabile della comunità ebraica di Bologna, poi la lettura a Monte Sole dei nomi dei dodicimila bambini uccisi in Terra Santa, palestinesi e israeliani, entrata già nell’immaginario collettivo sotto le Due Torri e non solo. Adesso l’appello univoco ai massimi vertici italiani di cattolici, islamici ed ebrei. E pensare che solo a inizio anno proprio Di Segni confidò che sarebbe stato difficile invitare in sinagoga papa Francesco dopo le sue prese di posizione su Israele. Tutta un’altra storia. Ora è tempo d’incontrarsi per testimoniare una responsabilità comune davanti al mondo nel nome dell’unico Dio.

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