lunedì 25 agosto 2025

Petizione/Appello al governo per chiudere con procedura d'urgenza spazi on-line che diffondono contenuti violenti

 

Change.org

La settimana scorsa è esploso il caso del gruppo Facebook “Mia Moglie” dove 32.000 mariti da tutta Italia postavano foto intime delle proprie compagne invitando gli utenti a lasciare commenti scabrosi. Una delle vittime di questa violenza ha dichiarato: “È stato come se tutto attorno a me cascasse giù. Mio marito, mi aveva esposta sulla piazza del Web in quel gruppo di guardoni che facevano commenti ributtanti. E lui rispondeva pure! Non credevo ai miei occhi”. Firma questo appello per chiedere che il Governo adotti una procedura d’urgenza che porti alla chiusura immediata degli spazi on-line non sicuri che diffondono contenuto violento.

Chiudiamo i canali della violenza con una procedura d’urgenza nazionale

1.744 hanno firmato la petizione di Roberta Roncone. Arriviamo a 2.500 firme!

Firma con un solo click

Alla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni

Al Ministro dell’interno

Ai parlamentari 

Condividere foto intime senza consenso non è “goliardia”: è reato (art. 612‑ter c.p., fino a 6 anni).

Si può (e si deve) intervenire con una regolamentazione a livello nazionale, partendo da ciò che già c’è.

Le piattaforme, per legge UE (DSA), devono avere canali semplici per segnalare contenuti illegali e rimuoverli in tempi rapidi; in Italia il coordinamento è di AGCOM, con poteri sanzionatori molto severi. L’Europa ha anche varato la direttiva contro la violenza online (incluse le immagini intime non consensuali e i deepfake): ora tocca agli Stati renderla operativa.

Cosa chiediamo in Italia: una procedura d’urgenza nazionale per chiudere gruppi e canali che diffondono immagini rubate, rimozione “entro poche ore” su segnalazione qualificata, ban degli amministratori recidivi, conservazione delle prove e supporto dedicato alle vittime.

Non è libertà di espressione: è violenza.

E si ferma con regole chiare, strumenti veloci e sanzioni vere.

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