sabato 30 agosto 2025

Mediaset e Rai. La sfida è sull'informazione ( da Il Giornale, di Laura Rio)

 

Mediaset e Rai, la sfida è sull'informazione

La novità in casa Rai è Ore 14 Sera, cioè il raddoppio del programma di cronaca nera di Milo Infante, in onda oltre che al pomeriggio anche al giovedì su Raidue in prime time. Le novità in casa Mediaset, invece, sono più d'una a partono a razzo già lunedì con il debutto di Dentro la notizia che prende il posto di Pomeriggio 5 con taglio più giornalistico sotto la guida di Gianluigi Nuzzi. Insomma, anche nel campo dell'informazione, nella stagione televisiva che sta per prendere il via Mediaset mette la quinta dopo aver giocato d'anticipo quest'estate mettendo in campo una programmazione in diretta e non fatta solo di repliche. Tanto che l'altro giorno, grazie al panino Sarabanda-Tg5-Ruota della fortuna, il notiziario di Canale 5 ha, seppur di un soffio, battuto il tg1.

Dunque sulle reti Mediaset, oltre al debutto di Nuzzi su Canale 5, da domani gli spettatori ritroveranno su Rete 4 tutti i programmi con cui amano approfondire le notizie. A partire da Quarta Repubblica con Nicola Porro che nella prima puntata ospita il ministro della Difesa Crosetto e che, dal lunedì successivo, prenderà la guida di una nuova striscia quotidiana di 10 minuti in onda dopo il Tg4 delle 19. Gli altri talk di Rete 4 tornano nelle loro serate tradizionali tranne Fuori dal coro che si sposta alla domenica per lasciare il posto al nuovo Realpolitik con Tommaso Labate - dedicato agli scenari di politica internazionale - al mercoledì dal 17 settembre.

La Rai risponde, a partire da stasera, con uno dei suoi programmi più belli, interessanti e rigorosi: Presa diretta. Nella prima puntata Riccardo Iacona torna su Trump e il popolo americano che ha votato per lui. Da domani un altro appuntamento importante di Raiuno, Cose Nostre, in seconda serata. La settimana successiva riprendono alcuni degli appuntamenti del primo e terzo canale, come Porta a porta e Chi l'ha visto, con la novità - come detto - di Raidue con Ore 14 Sera dall'11. Ma bisogna aspettare fine settembre o ottobre per avere in campo tutta la squadra (Report e le sue infinite polemiche dal 26 ottobre), con Mediaset già in corsa.

Chiocci può restare al TG1 a fare il 'portavoce' di Meloni, come ha fatto fino ad oggi . Dimettersi, solo perchè la premier le chiede di cambiare sede? ( LaPresse)

 

Gian Marco Chiocci nel gennaio 2025 (foto LaPresse/Mauro Scrobogna)© LaPresse

Fanno rumore in casa Rai le indiscrezioni secondo cui il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, sarebbe pronto a fare le valigie in direzione palazzo Chigi, per ricoprire il ruolo di portavoce della presidente del ConsiglioGiorgia Meloni, intenzionata a rafforzare lo staff della comunicazione. Il possibile addio alla direzione del Tg della rete ammiraglia, di cui ha scritto Il Foglio, ha già dato il via a voci e riflessioni sulla sua possibile sostituzione ma Chiocci, secondo quanto apprende LaPresse, ha convocato in giornata una riunione al Tg1 dove avrebbe detto alla redazione che – al momento – lui non lascerà la direzione. Il Tg1 va bene nonostante la concorrenza, avrebbe evidenziato nel corso della riunione.

Rai, voci su Chiocci futuro portavoce di Meloni. Pd: “Smentisca o si dimetta subito”

I possibili sostituti

Qualora Chiocci dovesse lasciare l’incarico il nome più accreditato per una sua eventuale sostituzione è quello di Nicola Rao, attuale direttore Gr e Radio1. Un’alternativa però potrebbe un esterno, per non dar vita a un nuovo giro di nomine: in quel caso tra i nomi ipotizzati c’è quello di Mario Sechi, per qualche mese nel 2023 responsabile dell’ufficio stampa e relazioni con i media di palazzo Chigi e oggi direttore di Libero.

Ruotolo (Pd): “Chiocci portavoce premier? Smentisca o si dimetta subito”

Le indiscrezioni hanno anche alimentato la polemica politica da parte delle opposizioni, che accusano il direttore del Tg1 di troppa vicinanza rispetto alla presidente del Consiglio. “La Rai perde ascolti anche per questo motivo: non è più credibile, non è più autorevole, non rappresenta più tutti gli italiani. Già con Gennaro Sangiuliano si è consumata una caduta di credibilità: un direttore del Tg2 che lascia la guida del telegiornale per diventare ministro nel governo Meloni. Ora, le voci su Gian Marco Chiocci al Tg1 aggravano la situazione. Se davvero il direttore del Tg1 è destinato a diventare portavoce della premier, allora ha due strade: smentire categoricamente questa ipotesi oppure dimettersi subito. Perché nel servizio pubblico la regola è chiara: ognuno può avere i propri orientamenti politici, ma i dirigenti apicali non possono mettersi al servizio di una parte. E vale anche per Gennaro Sangiuliano: oggi rappresenta la Rai a Parigi, non è un semplice editorialista. Non può fare l’agit prop per Salvini. Il suo primo dovere è essere corrispondente della Rai e quindi rappresentare tutti gli italiani: chi vota a destra, chi vota a sinistra e chi non vota”, ha dichiarato Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale ed europarlamentare del Pd.

Sion, Svizzera. Suona l'organo più antico del mondo ( RSI)

 

L’organo più antico del mondo suona ancora a Sion

Costruito nel 1435, lo strumento della basilica di Valère è ancora funzionante - Il racconto dell’organista Edmond Voeffray

  • Ieri, 
03:08

A Sion il più antico organo del mondo

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Nella basilica di Valère, a Sion, vive ancora oggi un suono che ha attraversato quasi sei secoli di storia. È quello dell’organo a canne più antico del mondo ancora funzionante, costruito nel 1435. Un patrimonio unico di musica e spiritualità, custodito e suonato da Edmond Voeffray.

Ai microfoni del Telegiornale, Voeffray racconta: “In effetti lo strumento ha oltre 600 anni, ma a suonarlo ci si abitua: lo faccio da più di 20 anni”.

Un patrimonio diffuso

Nel solo cantone Vallese si contano circa 250 organi, molti dei quali di grande valore storico. Voeffray ha voluto raccontare questa ricchezza in un libro scritto insieme a Cyrille Fauchère, dedicato agli organi storici della regione. Il volume è stato accolto con entusiasmo anche dalla conservatrice cantonale dei monumenti storici, Maria Portmann, la quale ricorda come “musica e religione non sempre sono andate d’accordo”.

Tra liturgia e riforma

La storia dell’organo di Valère si intreccia con quella della liturgia e della Riforma protestante. Voeffray spiega che “nella liturgia lo spazio è del canto, non della musica strumentale”. La costruzione dell’organo precede di poco la Riforma, che ne ostacolò la diffusione, considerandolo un simbolo di lusso ecclesiastico.

Con il tempo, però, l’organo è tornato protagonista nelle chiese, fino a diventare lo strumento prediletto di Johann Sebastian Bach, che Voeffray definisce “il più grande organista di sempre”.