Il decreto legge del governo Letta, 'Valore Cultura' pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l'8 agosto - ne abbiamo parlato a suo tempo - e, di recente, approvato dal Parlamento, accanto ad alcune misure senza dubbio positive e che fanno immaginare un governo attento ai problemi del settore, che al governo Berlusconi non ha mai interessato, in alcuni articoli contiene norme che fanno tornare indietro di anni tutta l'organizzazione culturale in Italia. Nell'art.11, criticatissimo, si riducono i componenti dei consigli di amministrazione, riduzione che toccherà soprattutto la presenza dei membri privati, ai quali si domanda una 'fidelizzazione' consistente e di durata quinquennale. Insomma un privato, per avere un posto in consiglio di amministrazione della Scala, per esemplificare, deve assicurare per un periodo di cinque anni un consistente apporto finanziario. Bray, l'attuale ministro, quando gli hanno fatto notare che, evidentemente, i suoi consiglieri andrebbero cambiati perché tentano con ogni mezzo, e ogni volta ritentano, di riportare indietro tutto il settore, dopo quei pochi passi avanti che sembrano essersi fatti - Nastasi c'entra? Eccome! - ha promesso di rimediarvi, a questo come ad altre incongruenze che riguardano il Piccolo e la Scala di Milano, in riferimento alla loro autonomia che sembrava raggiunta. Insomma lo Stato vorrebbe che i privati abbiano nei confronti delle nostre fondazioni culturali quella affezione che esso Stato non ha mai avuto e tuttora sembra continuare a non avere, perché non ha mai assicurato il finanziamento necessario , e perché , nonostante le promesse, ogni anno - e non ogni cinque- cambia idea, e sempre in peggio, cosa che i privati, naturalmente, secondo l'integerrimo Stato, non possono fare. Che faccia tosta!
E tutto questo accade quando il pachiderma Stato, mostro sempre affamato, non c'è verso che tagli tutti i privilegi che nel corso degli anni s'è assicurato per sè e per i suoi devoti servitori. Oggi, il quotidiano 'Il tempo' riportava alcuni dati allarmanti sui profeti, di destra e sinistra, che sputano sentenze a suon di pensioni non meritate e laute, sulle quali poggiano tranquilli i loro orrendi culi, da Veltroni a D'Alema a tutti gli altri. Evidentemente chi ci governa non si è ancora accorto che il paese non può tenersi ancora per molto e che, se non corrono in tempo ai ripari, chissà cosa può succedere. Ogni giorno tagliano qualcosa a tutti, persino ... mentre mai nulla si taglia e si può tagliare a loro, neanche le mani con le quali fanno, ogni giorno che passa, razzia dei beni del paese.
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