Non lo fa quasi mai nessuna delle riviste musicali italiane. Perchè? La ragione è semplice . Fanno affari - certo piccoli, piccolissimi in tempi di vacche magre - ma sempre e comunque affari con le istituzioni che dovrebbero tenere in stretta osservazione. L'unica rivista che, insieme a noi, ogni tanto tira fuori qualche brutto affare del nostro mondo è Music@, il bimestrale edito dal Conservatorio Casella dell'Aquila e, non per caso, da noi diretto.
Poi ogni tanto - ed è una vera fortuna - c'è qualche giornale che prende coraggio e si pronucia. Come ha fatto ieri 'Il fatto quotidiano' con un articolo a firma Elisabetta Ambrosi, intitolato ' Le note stonate di santa cecilia'; sommario ' Denunce di voto di scambio e favori incrociati. Tutto il malcontento della storia accademia nazionale'. L'articolo/ accusa prende il via da alcune lettere di denuncia inviate nei mesi scorsi agli accademici di santa cecilia; due scritte dal card Bartolucci, ormai 97enne ma evidentemente ancora lucido ed arzillo, ed una terza di Michele Campanella che noi, personalmente, credevamo troppo presente nei concerti dell'Accademia - mentre lui invece si reputa assente, per la sua 'avversione' a Cagli che sarebbe il deus ex machina, e secondo 'il fatto quotidiano' la bestia nera dell'accademia. Insomma quello che fa e disfa e guai a chi gli si mette di traverso, la sua fortuna finisce (almeno all'Accademia). E si parla della corte di cagli, ormai a ranghi allargati, dei favori che lui ha fatto e fa ai suoi fedelissimi, a tutti quelli che lo hanno eletto per il terzo mandato consecutivo, dopo altri due precedenti, prima di Berio, molti dei quali sono stati eletti in Accademia proprio con il suo beneplacito, per farli diventare, alla votazione successiva, suoi elettori. Possiamo dire: niente di nuovo che già non si sapeva? certo che si può dire, anche se le singole storie non si conoscono, quantomeno non le conoscono tutti- ma forse un giorno ciò accadrà. Ce ne è anche per alcuni neo accademici, strenuamente voluti da cagli, che si attende favori dagli stessi, specie da chi - in evidente conflitto di interesse- come segnala 'il fatto quotidiano' ha uno strapotere, assommando nelle sue mani alcune cariche non di poco conto. Dio sa se noi ce ne siamo occupati in passato.
Viene da pensare che se alcune riviste, invece di stilare classifiche - sulla cui attendibilità nutriamo serissimi dubbi - si occupassero di tali problemi del mondo musicale, forse questo stesso mondo cambierebbe e non avremmo ancora oggi, quando tutte le monarchie traballano, direzioni artistiche o sovrintendenze che passerebbero facilmente il secolo di durata, se lorsignori fossero dei matusalemme.
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