C'era una volta Ignazio Marino, chirurgo di fama imprestatosi alla politica. L'ex chirurgo, non simpaticissimo in verità - ma si spera che sia almeno bravo a fare i compiti assegnatigli - aveva una assessore, la Barca, fratella ovviamente dell'altro Barca, ex ministro, figlio a sua volta del più famoso di tutti i Barca, quello comunista,Luciano di nome. Fra il chirurgo e la sua 'assistente' culturale i rapporti sono tesi, lo dicono tutti, hanno diversa visione sui manager da mettere a capo delle istituzioni culturali cittadine finanziate con soldi pubblici, e non solo su questo. Al Teatro di Roma, da dove sta per andar via Lavia, Marino vuole mettere Gassmann, il giovane attore, tanto in voga di questi tempi e Barca ( e con lei il ministro Bray) non vuole. Lei preferisce Cutaia, ex ETI, perchè gli attori non hanno mai dato buoni esiti quando vengono messi a comandare una istituzione- ha detto. Così la pensa ministero e Barca. Sulla presidenza tutti d'accordo, sembra: si cambia, anzi no, resta Scaglia - come scoglio immoto! - secondo la vulgata dapontiano/mozartiana. Ma le istituzioni dove bisogna smobilitare gli ex di Alemanno sono anche altre. C'è il palazzo delle Esposizioni che al Comune costa 11.000.000 di Euro. Ha passivi, scrivono i giornali; no, ha attivi da molti anni, ribadisce l'attuale responsabile Simoni; al Macro c'è Pietromarchi che va cambiato. chi ci mettono, non si sa. E all'Opera, che al Comune costa ben 20.000.000 di Euro l'anno - forse il più alto contributo in assoluto di una municipalità alla sua Fondazione lirica - che si fa? Vogliono azzerare il consiglio di amministrazione e metterci un commissario, perché secondo quanto va dicendo nei corridoi Marino, in quel teatro si spende molto a fronte di una produzione abbastanza esigua. All'Opera via Vespa, vice presidente, e i consiglieri di nomina Alemanno per l'arrivo del Commissario Siciliano, figlio di Enzo, attore di professione. Con quali competenze, ammesso che giusto sia il commissariamento? Ha lavorato molto nella campagna elettorale di Marino. E di opera ed amministrazione di una grande azienda culturale? ne sa quasi nulla, anzi nulla. Imparerà sul campo. Bravo, Marino ex chirurgo. Onore al merito. Attento, però, a non farsi scappare Riccardo Muti.
Nessun commento:
Posta un commento