BARLETTA – Lotoro presenta la cittadella al ministro della Cultura

Dovrebbe aprirsi entro la fine dell’anno il cantiere per la realizzazione della cittadella della musica concentrazionaria di Barletta, voluta dal pianista Francesco Lotoro per condividere i frutti della sua ultradecennale ricerca per salvare dall’oblio migliaia di manoscritti, documenti e oggetti riferiti all’arte prodotta nei campi di sterminio nazisti e nei gulag sovietici. Arte sul pentagramma, ma anche pittorica e figurativa.
«I pezzi sembrano tutti al posto giusto, sono ragionevolmente ottimista», racconta Lotoro all’indomani di un incontro con il ministro della Cultura Alessandro Giuli, in visita in Puglia, al quale ha esposto il progetto della “sua” cittadella. Sorgerà nei locali dell’ex distilleria cittadina e accoglierà testimonianze relative al ventennio compreso tra l’ascesa al potere di Hitler in Germania e la morte di Stalin in Unione Sovietica. Lotoro le ha raccolte in case e archivi di mezzo mondo, all’insegna di un principio: «Non abbiamo potuto salvare la vita di uomini e donne, ma abbiamo salvato la loro musica e ciò equivale ad avergli comunque salvato la vita nel suo significato metaforico e metafisico». Al ministro, Lotoro ha mostrato in particolare alcuni manoscritti e un violino che suonò nei campi della morte. «Aveva già un’idea del progetto, gli è stato illustrato nel dettaglio e ci ha dato il suo appoggio: è stato molto importante». Entro fine aprile, prosegue l’artista, dovrebbe aprirsi “il concorso di idee” finanziato dalla Regione e da quel momento «la road map dovrebbe essere serrata: entro tre anni tutto il materiale sarà trasferito nella cittadella».
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