La tentazione per un ballerino o una ballerina di fare il passo più lungo e più alto di quanto le gambe non gli consentono è forte. E, nonostante il pericolo che tale azzardo comporta, primo fra tutti quello di spezzarsele le gambe, c'è chi rischia. Secondo noi ha rischiato e tuttora rischia Eleonora Abbagnato che ha voluto ad ogni costo assumere la direzione del ballo all'Opera di Roma, spalleggiata da due ignari irresponsabili, come Fuortes e Marino, che pensarono di rimpiazzare con una bella giovane brava famosa ballerina , il non più giovane Mischa che ha seguito Muti, suo patron, lontano dall'Opera di Roma (se non lo avesse fatto, forse neanche a Ravenna, regno incontrastato dei Muti, troverebbe impiego).
Staremo a vedere i frutti della gestione Fuortes-Abbagnato; se son fiori fioriranno e noi saremo pronti ad ammettere che non avevamo visto giusto.
Ma se di errore s'è trattato nel caso della Abbagnato - come noi crediamo, convinti che natura ed anche danza 'non faciunt saltus' - Roberto Bolle, altro grande nome internazionale della danza italiana, ha evitato accuratamente di cadere nello steso tranello, al momento in cui il direttore del ballo della Scala ha fatto sapere che, fra qualche mese, lascerà la Scala per tornare nella sua Mosca. Milano con Bolle poteva fare la stessa scelta -errata, lo ripetiamo - che Roma ha fatto con la Abbagnato, ma Roberto il bello ha detto no. E bene ha fatto. Lui sa fare il ballerino, non ha mai diretto un corpo di ballo, perchè deve cominciare ora un lavoro che non sa fare e che potrebbe oscurare i suoi trionfi e le sue capacità come ballerino?
Lui, Roberto, fa altri progetti, alcuni dei quali con il suo quasi coetaneo Dudamel, Gustavo per gli amici, che ha una moglie ex ballerina dilettante e amante della danza, già programmati a Los Angeles dove il direttore venezuelano è di casa e lo sarà ancora per qualche anno.
Insieme stanno pensando ad alcuni concerti coreografici. Cioè, Dudamel esegue alcuni celebri pezzi scritti per balletto, con l'orchestra sul palco e nello stesso tempo questi stessi pezzi, nati per la danza, vengono danzati su quello stesso palco. Si tratta di un esperimento nuovo. Non è la stessa cosa del balletto normale, con l'orchestra in buca, o con nastro preregistrato ed il palcoscenico tutto abitato dalla danza; no, ma di un concerto in forma ballettistica, un concerto con coreografia, nel caso di balletti celebri (ci sembra abbiamo pensato a celeberrimi pezzi di Stravinsky, con l'Apollo Bolle che li danza).
Fa bene Bolle; mentre farebbe altrettanto bene a desistere da quella sua recente attività, un solo caso, di regista, che ha fatto conoscere ai milanesi ed al mondo la Milano della Scala, in occasione dell'EXPO.
Perché il mestiere del regista, come quello di direttore di un corpo di ballo, non si improvvisa; e perchè se continuasse, darebbe ragione a Gabriele Muccino che, nel criticare Pasolini autore di capolavori cinematografici che lui sostiene essere regista 'amatoriale', anzi 'non' regista, pensa che quella sua attività ha fatto credere a molti che il mestiere del regista sia alla portata di tutti.
E noi non vorremmo per lui che dopo aver evitato la padella, nella quale è cascata la Abbagnato, cada nella brace, frutto dell'esempio pasoliniano, secondo Muccino, che rosica.
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