Il giorno in cui si è dimesso - più precisamente: in cui l'hanno dimesso i 26 consiglieri che hanno firmato in blocco le dimissioni, tirandosi dietro anche il sindaco che nicchiava minacciando vendette e disastri a destra e manca - il sindaco Marino s'è recato all'Auditorium per presentare il nuovo CDA di Musica per Roma - per intenderci quello che nella formazione a 15 avrebbe riunito anche per l'Auditorium uno dei salotti che contano nella Capitale, e che in quella a 5, sempre un salotto è, ma certamente ridotto; e questo perchè Marino era fuggito negli Stati Uniti e nella fuga s'era dimenticato di firmare la nomina del nuovo CDA a 15, falcidiato a metà agosto da una legge del Governo - presieduto da Aurelio Regina, re del sigaro toscano, e formato da un gruppetto di notabilesse anche giovani, nella confusione generale della ritardata nomina, e nell'imminenza dello scadere del suo mandato per volere anche del consiglio comunale, oltre che del suo stesso partito che ormai lo considera una scheggia impazzita che può fare ancora danni al partito ma anche a se stesso; Marino butta lì un'altra delle sue bugie, volendo semplicemente dare atto a Carlo Fuortes, amministratore delegato uscente di Musica per Roma, di aver ben lavorato, ma certamente non per merito di Marino che lì Fuortes ce l'ha trovato.
E che dice? Dice che ha commesso un grave torto a Musica per Roma, quando "gli ha rubato Fuortes, per insediarlo all'Opera di Roma, onde raddrizzare le gambe a quella cavalla impazzita , e spendendo - bontà di Fuortes- solo mille Euro al mese. Cioè, Fuortes oltre che quel gran manager culturale che tutti sappiamo e che probabilmente con un altro incarico simile ce lo ritroveremo per tutto il Giubileo, ha lavorato sodo all'Opera di Roma per 12.000 Euro in un anno. Vero, come dargli torto? Solo che Marino dimentica di dire che nel frattempo, Fuortes non avendo mollato Musica per Roma, prendeva altri 250.000 Euro.
E infatti, per il 2015, quando si supponeva che a maggio il suo contratto con Musica per Roma sarebbe terminato, non quello all'Opera, Fuortes, fra l'uno e l'altro prendeva sempre 240.000 Euro - che oggi è il tetto massimo per i manager di istituzioni pubbliche.
Dunque nessun sacrificio e neanche nessuna opera buona da parte di Fuortes- che prendeva sicuramente il giusto per le responsabilità che gli avevano accollato. Semmai sarebbe da chiedersi come faceva a tenere il piede in due scarpe: da una delle due sicuramente assai spesso lo tirava fuori, ma sempre dalla scarpa che ormai camminava da sola, l'Auditorium
Semmai, in tema di risparmio, Marino e Fuortes dovrebbero spiegarci perchè all'Opera ci sono due direttori artistici. Sappiamo che la spiegazione sarebbe imbarazzante, ma con due direttori invece di uno, Fuortes prende 240.000 Euro all'anno, Alessio Vlad ne prende 95.000; e Battistelli ne prende 80.000 circa, (non ricordiamo la cifra esatta). Dunque Marino non ha fatto risparmiare nulla anche alle casse comunali, perchè a Fuortes sempre 240.000 Euro gli ha dato e la direzione artistica oggi gli costa oltre 80.000 Euro in più, senza contare che per dare un senso alla presenza di Battistelli, con il prossimo festival di musica contemporanea, previsto per maggio 2016, occorrerà pagare anche il compositore 'residente' Rihm, ed anche l'eventuale commissione per un suo nuovo lavoro.
Tutto bene, risponderebbe Fuortes, difendendo la sua linea d'azione, e garantendo che la somma generale torna come nel bilancio di previsione. Per saziare gli appetiti vari sull'Opera di Roma, taglierà da qualche altra parte. Ma almeno si risparmi l'ex sindaco di farlo apparire come un benefattore. E se non può più farlo Marino, lo faccia Fuortes alla prima occasione.
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