Dieci anni fa ci sorprese
l'uscita in libreria, di una fondamentale ricerca mozartiana,
firmata da Rudolph Angermuller,
a capo del Mozarteum di Salisburgo, dal titolo 'Mozart.
1485/86-2003'. Pagg.
990, in due tomi, che recava a sottotiolo:'
Date (e dati, ndr. ) riguardanti la vita, le
opere, e la storia della loro ricezione, dei Mozart.
Sì dell'intera famiglia, una sorta di grande albero, secolare, con
tanti rami, del quale il frutto più prelibato è stato senza dubbio
Wolfgang, e che affondava le sue radici nella seconda metà del
Quattrocento, quando per la prima volta compare un Mozart, notato
nella grafia antica 'Motzhart, Andris' - e siamo nel 1485/6. Da
quella data, nei due preziosissimi tomi, si trova annotato ogni
particolare riguardante vita ed opere dei Mozart. E, man mano che ci
si avvicina a noi, quasi di ogni giorno abbiamo notizia di fatti e
persone della grande famiglia. Insomma tutto quello che avresti
voluto sapere su Mozart e la sua famiglia e non puoi trovare in
nessun altro libro che questo.
Da quel momento in avanti
e fino al 2003 - il libro uscì l'anno seguente, alla vigilia del 250
anniversario della nascita del 'divino' Wolfgang, che cadeva nel
2006 portandosi dietro l'inevitabile carrozzone ben retribuito delle
celebrazioni - nessun particolare riguardante i Mozart, soprattutto
Wolfgang, risulta ora più sconosciuto agli studiosi.
Angermuller, profittando
degli archivi del Mozarteum, ma anche della manovalanza di studiosi
giovani e non, di cui però non v'è traccia alcuna in nessuna pagina
della preziosa pubblicazione, e senza il cui lavoro un uomo solo al
comando non sarebbe stato capace di produrre una simile quantità di
notizie, circostanziate e spiegate, offriva agli studiosi ed ai
mozartiani di tutto il mondo - numerosissimi e sparsi nei cinque
continenti - l'opportunità di seguire il musicista, giorno per
giorno, ora per ora, alla stregua di una telecamera che tutto
registra e tutto poi trasmette.
Potete perciò immaginare
la nostra gioia, quando da poco, abbiamo letto di un'analoga impresa,
uscita in Italia ( i volumi su Mozart, in tedesco, furono pubblicati
da Hans Schneider-Tutzing) presso l'editore Aragno, a firma Alberto
Basso, e riguardante Bach: Johann
Sebastian Bach. Manuale di navigazione. Tre
tomi. Editore Aragno. Pagg.1454, Euro 95,00.
Come i lettori italiani
sanno, e da tempo, Alberto Basso è uno studioso di vaglia di Johann
Sebastian Bach, e già alla vigilia del 1985 - proclamato 'Anno
Europeo della Musica', per la concomitante nascita, nel 1685, di
Bach, Haendel e Scarlatti, Domenico – terzo centenario della
nascita del grande musicista, pubblicò presso l'editore Edt di
Torino i due volumi intitolati 'Frau Musika.
La vita e le opere di J.S.Bach. Pagg.
972.
In
quei due volumi va cercato il seme di questa sua recentissima fatica,
nella quale - come si legge nel risvolto di copertina - Alberto
Basso, 'sotto la forma di un dizionario atipico, riprende,
aggiornandolo e integrandolo, l'incandescente materiale di
composizioni, persone, luoghi, ambienti, situazioni, eventi ed altro
ancora che fanno del sommo musicista di Eisenach, il supremo
rappresentante dell'ars musica'.
Diversamente
dalla ricerca mozartiana di Angermuller, prevale in Basso l'aspetto
pratico. Lo sottolinea il sottotitolo: 'manuale di navigazione'
nell'universo bachiamo; una sorta di bussola per non affondare mai
e trovare sempre la giusta rotta per raggiungere ogni porto nel
quale si vuole gettare l'ancora di una conoscenza più approfondita.
A
maggiore sottolineatura di tale intento pratico della sua ricerca
bachiana, Basso l'articola secondo i gradi e le divisioni della
'retorica' antica, che è l'arte della conoscenza.
Una
prima parte, che rappresenta l'exordium
classico, presenta una cronologia sommaria della vita di Bach e della
sua famiglia; la seconda, narratio,
si articola su duemila voci circa, in forma di dizionario, o
enciclopedia se si preferisce, ciascuna delle quali ragguaglia su
singole composizioni o personalità dell'universo bachiano, la terza
ed ultima, egressus,
non è che una miniera ricchissima di appendici, ben undici,
consistenti in tabelle o elenchi, che terminano con l'indice dei
nomi, compresi quelli relativi alla bibliografia, proprio come si
trova anche nei due volumi di Angermuller, dove il nome del curatore,
come autore di saggi, ricorre per pagine e pagine.
Anche
per Basso va sottinteso il discorso già fatto per Angermuller, e
cioè che opere di tale portata e di tale messe di informazioni è
difficile immaginarle, per intero, farina del sacco di un uomo solo;
e pure dei collaboratori non v'è traccia nell'una come nell'altra
impresa musicologica.
In
cauda venenum? No, una precisazione doverosa che l'illustre
musicologo ci permetterà non per inutile polemica, ma perchè ci
dimostra come esistano falle non di poco conto, anche in una ricerca
così ricca e preziosa che si vorrebbe, oltre che autorevole
approfondita, se non completa, quanto meno nel segnalare le fonti
bibliografiche più rilevanti.
Fra
le quali falle, ne segnaliamo una che ci riguarda direttamente, e
che abbiamo ritrovata alla voce Telemann, nella narratio,
dove di uno degli studi più approfonditi sul musicista amico di
Bach, apparso nel 1982, alla vigilia dell'uscita del suo Frau
Musika sulla
Rivista Musicale Italiana, da
noi condotto sulla base della Autobiografia
del musicista, tradotta per la prima volta in italiano, e arricchita
di un apparato di note storico-musicologiche di un certo rilievo, non
v'è traccia, neppure una doverosa citazione nelle fonti.
Quando
uscì 'Frau Musika' contattammo Basso per fargli notare che nella sua
mo numentale opera, ricorreva qualche inesattezza riguardante la
biografia di Telemann ed i suoi rapporti con Bach. Alberto Basso
ammise l'inesattezza, e si scusò dicendoci che le notizie che noi
avevamo prodotto nel nostro studio non erano, al momento delle
ricerche per la sua opera, a lui note. Era lecito attendersi che
Basso, alla prima occasione, avrebbe rimediato all'errore.
A
tal fine, a distanza di oltre trent'anni, immaginavamo di trovare
alla voce 'Telemann' almeno la citazione di quel nostro bel lavoro
musicologico. Neanche per sogno, laddove Basso trova modo, in mille
altri casi, di citare, quale che ne sia la ragione, studiosi della
sua cerchia anche amicale, nonostante che i loro contributi alla ricerca siano in taluni casi irrilevanti.
Ora
la pecca che ci riguarda ci fa venire il dubbio che, a fronte di
tanta ostentata conoscenza, che forse anche qualche altro buco
nero si posa essere infilato - inavvertitamente?- nelle pieghe di
questa nuova fatica bachiana, utilissima per carità, di Alberto
Basso.
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