Sulla copertina del mensile di musica 'Applausi' che dirigevamo, nel numero di febbraio del 1995, si mostrava un fotomontaggio. Al celebre storico manifesto de 'I Pagliacci' di Leoncavallo, il manichino aveva la faccia di Berlusconi. Si poteva vedere, di conseguenza, su uno sfondo rosso sangue, il protagonista vestito di bianco - una camicia di forza, per la verità - con la faccia del Cav. Sotto, la scritta: ' Orchestra ' I pagliacci' del cav. Berlusconi. Concerto annullato'. Riferimento chiarissimo all'azione del governo ed alle sue maldestre uscite, con quell'orchestra di incompetenti ed improvvisatori. Nell'orchestrina allora suonavano 'la spalla' Letta, zio- allora come ora - poi tutti i bossiani, una lega vera e propria, i fiati - poveri loro che dagli strumenti riuscivano ad emettere solo suoni sconnessi e maleodoranti ( una curiosità: nei fiati dominavano cognomi con la finale in 'oni' , Maroni e Speroni tra gli altri, che tante rime evocavano e stimolavano) ; le percussioni erano guidate da Fini; e nelle file dei contrabbassi, al primo leggio 'stabat' Ferrara, Giulianone. Nel frattempo in quell'orchestra, ai vari leggii, molti si sono avvicendati, anche perchè in alcune stagioni ha suonato nei ridotti e nelle sale di paese. Oggi la spalla è sempre Letta, zio, che però è costretto a mettersi da parte quando suona Verdini o Santanchè, spalle 'autorevolissime' anche se troppo rumorose; le percussioni sono in cerca di sostituti, dopo l'addio di Fini, mentre per i fiati a seguito della defezione dei bossiani e maroniani, sono stati reclutati Bondi e signora, Gasparri, Cicchitto, Ghedini - i primi due riconfermati, anche se ripresi dal direttore stabile per uscite fuori tempo; mentre il solo Ferrara, è tuttora incatenato al suo contrabbasso. Nel frattempo, il grande contrabbassista va a sentire regolarmente i concerti romani delle altre orchestre - un modo geniale per reclutare nuovo pubblico: far suonare gente nuova nell'Orchestra del cav. Berlusconi, per appassionarla alla musica.
L'ultima svolta nel cartellone dell'orchestra è la trasformazione da 'comica' in 'tragica'. E siamo ai nostri giorni. Il prossimo concerto si inizia con 'marcia per l'impiccagione del tiranno' del nostro Cimarosa, per terminare con il Dies Irae per il cavaliere, giorno d'ira non più così lontano. Mentre è stato cancellata 'o patria mia, mai più ti rivedrò' che avrebbe dovuto cantare il cavaliere in persona, per evidente falsità espressiva.
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