martedì 10 settembre 2013
A Pesaro voglia di svecchiamento, mentre si parla a ruota libera
Alla vigilia del famoso ROF di Pesaro ( Rossini Opera Festival) il Corriere della Sera pubblicava una doppia pagina di quelle denominate 'Eventi' e che tutti sanno essere una pubblicità camuffata da pagina di cultura, perchè sono pagate dalle istituzioni che desiderano a tutti i costi che si parli della loro attività. Le fanno da tempo oltre il Corriere, anche Il Sole 24 ore e La repubblica. In quelle pagine parlavano a ruota libera, dicendo molte inesattezze gli artefici attuali del festival, e cioè Mariotti, sovrintendente, 80 anni ( in questo caso val la pena precisare che al ROF lavorano altri due Mariotti, come interni all'organizzazione, ed un terzo come esterno, il direttore, e tutti e tre, da quel che ne sappiamo, sono figli del sovrintendente: una vera bottega d'arte) e Zedda, direttore artistico, 86 anni. Nella loro chiacchierata con Valerio Cappelli, si proclamavano autori e fautori del festival, non solo, ma anche della Fondazione Rossini, il braccio musicologico del festival, con la quale Mariotti e Zedda non c'entrano nulla. Veramente, per un tempo Zedda ne faceva parte, fino a quando dopo una grave offesa recata a Cagli - per secoli presidente, ed oggi presidente onorario - Vittorio Emiliani fu costretto ad estrometterlo, per evitare che il gruppo di studio e lavoro che s'era creato nella fondazione venisse infastidito. Mariotti e Zedda non fanno attenzione neanche alle date: la Fondazione, preesistente comincia a lavorare, in funzione delle edizioni critiche, dal 1970; Zedda non era ancora nella Fondazione; il ROF nasce nel 1980. E Valerio Cappelli, all'oscuro dei fatti (?), non replica, non rettifiica, non va a controllare. In fondo loro pagano e quindi possono dire quello che vogliono. All'indomani Vittorio Emiliani interviene sul Corriere con una lettera a De Bortoli, per fare qualche precisazione. Dopo di lui, anche l'attuale presidente della Fondazione scrive al Corriere. Ringrazia De Bortoli per lo spazio che ha voluto dedicare al festival pesarese, fingendo di non sapere che quelle pagine le ha pagate il sovrintendente Mariotti, e corregge anch'egli le inesattezze di Mariotti e Zedda. Pace fatta? La sera dell'inaugurazione del festival con la discussissima 'Italiana in Algeri', Ilaria Narici - attuale presidente del comitato scientifico della Fondazione e a capo di Ricordi che edita le edizioni critiche e che per questo deve contrattare con il festival anche i costi dell'utliizzo delle partiture (Conflitto di interessi? Quando mai!) - a Radio Tre dice : parlando della Foindazione dove c'è come presidente 'onorario' Cagli che era ora di svecchiare, mandando a casa i matusalemme. E molti hanno interpretato le parole della Narici come rivolte a Mariotti e Zedda, ultraottantenni ancora in sella, e decisi a restarvici, nonostante l'età.
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