'Oggi è festa' dice con quella sua bocca, da cui sgorga il fiume in piena della sua intelligenza, l'ex presidente del Senato, Schifani, ed ora capogruppo del PDL, da oggi FI, rinata, nel corso dell'inaugurazione della nuova sede del partito i n Piazza san Lorenzo in Lucina a Roma. Abito scuro, cravatta sgargiante, barbiere e manicure appena fatte, camicia con polsini fermati da preziosi, come ha la maggioranza dei burini seduti nelle due camere del nostro parlamento, insomma vestito a festa per un giorno di festa. Lo dice anche Berlusca che è un giorno di festa; con più ragioni di Schifani, perchè anche lui, in procinto di essere tirato giù dal piedistallo e finire addirittura affidato ai servizi sociali, si merita qualche momento di allegria, dopo giornate in cui l'ha prese di santa ragione dalla Cassazione, e mentre sa che il suo nemico De Benedetti se la gode ai Caraibi con i soldi che gli ha scucito.
Ma l'atmosfera di festa si diffonde anche negli altri palazzi del potere. Ci sembra di vedere l'ultima scena di un naufragio, nella quale i signori della prima classe, sebbene avvertiti dal comandante che la nave sta affondando, restano nella sala delle feste, al piano più alto, a sorseggiare Dom Perignon ed a gustare ostriche e caviale, tanto a loro- ne sono pienamente convinti - qualcuno verrà sempre a salvarli, non possono affondare come tutti i passeggeri della classe economica. Ecco qual è l'immagine dell'Italia. Un paese ridotto alla povertà con l'eccezione dei ricchi e dei frequentatori dei palazzi del potere.
Da anni non si adeguano gli stipendi di milioni di italiani, le pensioni non vengono rivalutate neppure in funzione dell'inflazione, mentre loro mantengono i lauti stipendi di un tempo che non riescono a trovare il tempo per abbassare, e non riescono ad abbassare neanche il numero degli occupanti le due camere parlamentari come i consigli regionali; ritoccano del solo 20% il numero delle autoblu che costano una cifra spropositata, a Roma si paga un autoparco per auto di servizio del comune 1.000.000 di Euro e via di questo passo. Dimenticavamo: topolino Amato, criticato per le sue pensioni d'oro che andavano ad aggiungersi allo stipendio alla Treccani, ora nominato giudice costituzionale, aggiungerà ai 30.000 Euro di pensione mensili lo stipendio di 400.000 Euro che dovrà, controvoglia, prendere alla Consulta. Insomma topolino e tutti gli altri non si accorgono neppure che fuori la plebe 'litiga', come ironizzava Petrolini. Che accadrà quando non basterà più alla plebe di 'litigare' e andrà a stanare per esempio, Sandro Bondi, proprio lui che aveva dichiarato che se nel paese le cose non cambiano (ma lui intendeva: a favore di Berlusconi, per il quale auspicava che la condanna in Cassazione fosse solo uno scherzo!) poteva esserci la guerra civile. La quale, se un giorno ci sarà - speriamo mai, perchè alla fine, poco prima dell'affondamento, anche Bondi potrebbe rendersi conto della situazione , ma non di Berlusocni, di tutti) - Bondi potrebbe essere il primo dei suoi simili ad andarci di mezzo. Perchè certo lui non la farà. Perchè dovrebbe? Non c'è altro angolo del pianeta nel quale lui e la sua compagna, deputata Repetti, godrebbero degli stessi benefici di cui godono, grazie a Berlusconi, oggi in Italia.
Ora intanto, anche nel clima di festa, si esercitano tutti, Schifani, Brunetta e Bondi compresi, a minacciare la crisi del governo, come in un gioco di società. Cacciamoli tutti alla prossima occasione elettorale.
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