«La nuova frontiera ora è quella di dipingerci come la feccia nera», è la denuncia di Roberto Vannacci in una specie di spot pubblicitario sulla propria pagina social. Il problema è che i principali collaboratori dell’eurodeputato eletto con la Lega sono effettivamente estremisti di destra con un passato (ma pure un presente) più che connotato. Insomma, non sono i soliti giornalisti cattivi a inventarsi qualcosa, ma più prosaicamente fatti da mettere in fila.
Il caso più noto è quello del blindatissimo presidente del comitato del Mondo al contrario Fabio Filomeni, tenente colonnello in congedo e legatissimo a Vannacci da molti anni. Un rapporto di reciproco cameratismo, come amano ripetere; suggellato - parole di Filomeni - dalla condivisione di “polvere, piombo, pane e p….”, la quarta parola la si lascia all’immaginazione del lettore. Tra lodi al generale golpista e neofascista Junio Valerio Borghese all'esaltazione di immagini legate alla Repubblica sociale, Filomeni è accolto con gli onori in eventi pubblici da gruppi estremisti come Rinascita nazionale, Casapound e Presidio Milano (ex Forza Nuova).
Segretario dell'associazione è invece Bruno Spatara, casualmente un altro ex neofascista: Casapound, Forza nuova, Azione identitaria nel suo passato. Tra un "sacri confini della Patria", un "ama il tuo sangue" e un "difendi la tua stirpe", il motto nazista "sangue e suolo" è una stella polare della sua retorica. Ha condiviso anche un'analisi di Filomeni su Israele e il conflitto in corso contenente uno stilema antisemita, della serie: gli ebrei perseguitati da sempre, un motivo ci sarà…
Nuovo vicepresidente dell'associazione, dopo l'addio di Norberto De Angelis, è il poliziotto Fabio Romiti. Già candidato sindaco a Livorno espressione di Fratelli d'Italia, poi ha mollato il partito di Giorgia Meloni per passare alla Lega. Anche lui è tutto un "me ne frego", "decima" - riferimento alla X Mas, battaglione mito fascista - e via discorrendo, passa da alte dichiarazioni di pacifismo (solo rispetto alla Russia) a post sulla "difesa della Patria come sacro dovere di ogni cittadino". Poche idee ma confuse.
Massimiliano Simoni, registrato come assistente locale di Vannacci, agente immobiliare, viene da FdI. Due anni fa in Toscana salì agli onori delle cronache per aver fatto in pubblico il saluto romano. A Trieste c'è Angelo Lippi, antica militanza a fianco di Stefano Delle Chiaie, creatore di Avanguardia nazionale, eversione nera e lambita dallo stragismo degli anni '70; a Belluno Antonia Titti Monteleone, altra fiera neofascista. In Calabria c'è Vittorio Gigliotti, esponente di un'altra associazione vicina all'estrema destra locale, 'Cantiere laboratorio'. Nel Lazio, Fabio Macera viene dal sindacato Ugl, chiama Latina Littoria, ha bazzicato Lega e FdI, ora è con Vannacci, è tutto un tripudio di memorialistica neo e post fascista.
Del gruppone di comando di Europa sovrana e indipendente - il partito fondato da Filomeni - fa parte Luca Tadolini, neofascista emiliano specializzato in revisionismo storico in chiave anti-partigiana; sulla strage di Bologna del 1980 invece ha scritto un libro per accusare gli israeliani, assolvendo invece l’eversione nera.
Intravisti all'evento di Viterbo di Noi con Vannacci, c'erano Valentino Valentini della nazistoide Rinascita nazionale e il sindaco di Pennabili Mauro Giannini, un altro fiero agitatore delle propaganda post-mussoliniana.
Insomma, tanta "feccia nera", come la definisce Vannacci. Tutta casualmente in prima fila nel movimento del generale sospeso dell'esercito. Il suo "manipolo" - altra definizione del militare - di camicie nere.
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