"Tagliate le spese". E' quanto sostanzialmente ha chiesto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai suoi ministri durante il Consiglio dei ministri di ieri. "Sto studiando attentamente i singoli capitoli di spesa. Nelle pieghe dei bilanci ci sono tanti costi che potrebbero essere tagliati, molti i vostri dirigenti non li conoscono e non ve li dicono", è stato in pratica il messaggio della premier. La raccomandazione fa seguito al taglio chiesto da palazzo Chigi che il 13 settembre ha inviato una lettera con l'ordine tassativo a ministri senza portafoglio, sottosegretari e strutture di missione di ridurre le spese del 5%. Ieri l'appello è stato rilanciato anche dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti: "Vi chiedo di ridurre le spese dove potete. Volete che aumenti le tasse o preferite procedere con tagli di spesa nei singoli ministeri? Meglio se mi dite voi dove intervenire", sarebbe stato il ragionamento di Giorgetti.
La spesa generale dei ministeri salita a 704,9 miliardi
Una richiesta, scrive MF-Milano Finanza, più che legittima, quella del titolare di via XX Settembre, soprattutto guardando al conto riassuntivo del Tesoro pubblicato ieri dalla Ragioneria dello Stato: al 31 agosto la spesa generale dei ministeri - che considera tutte le voci, da quelle di funzionamento ai trasferimenti fino agli investimenti - ammonta a 704,9 miliardi. Un anno fa era di 662,8 miliardi. Le variazioni principali riguardano in particolare dicasteri come lo stesso Mef - passato da 433,6 a 464,5 miliardi -, il Made in Italy (da 10,9 a 14,6 miliardi) e il Lavoro (da 112,6 a 125,1 miliardi). In controtendenza l'Ambiente che, messa alle spalle la crisi energetica, ha impresso una svolta virtuosa che ha portato la spesa globale da 10,2 a 1,28 miliardi. La scelta di trasformare in spa l'Enit può aver contribuito alla riduzione della spesa del Turismo, scesa da 75,6 a 69 milioni.
A crescere è anche il saldo delle amministrazioni con autonomia di bilancio, da Tar e Consiglio di Stato (35,9 milioni contro i 19,4 di agosto 2023) alla Corte dei conti (da 47,7 a 96,2 milioni) passando per il Cnel (da 2,1 a 3,9 milioni). Guardando agli enti, il saldo dell'Agenzia per la Cybersecurity passa da 82,9 a 214,6 milioni, con una spesa di 11 milioni in più finalizzata al contrasto degli attacchi hacker, cresciuti nel 2023 del 29%. Tra le Authorities, il saldo Agcom passa da 161,9 a 171,9 milioni e quello del Garante della Privacy da 92,5 a 102,5 milioni.
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