Noi
– cittadini
italiani, donne e uomini impegnati con il nostro lavoro, stabile o
precario, a produrre e diffondere cultura, membri delle associazioni
professionali e delle associazioni per la tutela, studentesse e
studenti delle università e delle scuole –
denunciamo
che «il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione»
(art. 9 Cost.) sono oggi in gravissimo pericolo. Denunciamo che le
modifiche dell’ordinamento introdotte dal Governo Renzi, e
passivamente subite dal ministro Dario Franceschini, stanno di fatto
rimuovendo dalla Costituzione l’articolo 9. Le generazioni future
rischiano di non ricevere in eredità l’Italia che noi abbiamo
conosciuto. Il nostro è un grido di allarme: è emergenza per la
cultura! Noi vogliamo che la cultura sia davvero un servizio
pubblico essenziale: che le biblioteche e gli archivi funzionino come
negli altri paesi europei, che i musei siano fabbriche di sapere, che
le scuole formino cittadini e non consumatori, che la salvezza
dell’ambiente in cui viviamo sia l’obiettivo più alto di ogni
governo. Per questo chiamiamo a raccolta tutte le cittadine e i
cittadini italiani: li chiamiamo a scendere in piazza, a Roma, il 7
maggio 2016. Questa manifestazione chiederà al governo Renzi di
sospendere l’attuazione dello Sblocca Italia, della Legge Madia e
delle ‘riforme’ Franceschini: perché si apra un vero dibattito,
nel Paese e nel Parlamento, sul futuro del territorio italiano, bene
comune non rinnovabile. Questa manifestazione chiederà di introdurre
l’insegnamento curricolare della storia dell’arte dal primo anno
della scuola superiore. Questa manifestazione chiederà di permettere
ad una nuova leva di ricercatori di entrare nei ranghi del Ministero
per i Beni culturali: non con l’effetto-annuncio delle una
tantum,
che generano solo illusioni, ma con la costruzione di un futuro
normale per chi vuole mettere la sua vita al servizio del paesaggio e
del patrimonio culturale del Paese.
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