Quando al ministro Franceschini hanno chiesto di munirsi di scontrino alla cassa prima di consumare la sua colazione alla buvette di Montecitorio, il ministro si è risentito. Non ha detto nulla, ma sul suo volto si leggeva la risposta: 'lei non sa chi sono io, per chi mi ha preso?'.
E' accaduto anche questo, e non solo a Franceschini, perchè ci è andato di mezzo anche l'ex ministro Lupi, fra i tanti ai quali il ragazzo del bar ha ricordato che alla buvette di Montecitorio, prima di consumare occorre munirsi di scontrino, come in qualunque altro bar. La socieà che la gestisce, a fine giornata, riscontra regolarmente enormi differenze fra la quantità di prodotti serviti e i pagamenti incassati per gli stessi. Dunque occorre provvedere per non chiudere in perdita.
Perchè, spesso in tanti bar (come alla buvette di Montecitorio), specie se trafficati, si registrano perdite, a causa dei 'portoghesi', cosiddetti, che non eludono solo i biglietti di tram o metropolitana, ma scesi dai mezzi di trasporto, pretendono di avere gratis anche la colazione o il semplice caffè al bar.
L'usanza cattiva ma diffusa va stroncata ovunque, e non ci meravigliamo che tale abuso sia di casa anche a Montecitorio. Permetteteci. Basta guardare in faccia tanti parlamentari per non togliersi dalla testa che fra loro ve ne siano che pretendono di consumare a 'sbafo' . Stiamo esagerando? Affatto. La cronaca ci ha fatto sapere di parlamentari e consiglieri regionali o assessori ecc... che hanno usato soldi pubblici anche per comprarsi le mutande e per pagare il caffè al bar. Vai a sapere se poi l'hanno davvero pagato o non hanno presentato scontrini di altri consumatori che il caffè l' avevano pagato. Allora? Ha fatto bene perciò la società che gestisce la buvette di Montecitorio - uno degli esercizi commerciali più a buon mercato - a pretendere, educatamente, ma con intransigenza, lo scontrino. E i parlamentari si offendano pure. Chissenefrega.
Perchè l'altra faccia di quella stessa medaglia che vede in primo piano approfittatori con le tasche piene ed i portafogli gonfi, racconta di episodi indegni di un paese civile. Racconta di scuole del nord, una alle porte di Milano, dove il sindaco ha vietato la mensa ai ragazzini delle elementari se i genitori non hanno pagato la retta. Nell'ordinanza non si guarda in faccia a nessuno, non si fanno sconti nemmeno ai più poveri. Non sono esenti dal pagamento neanche quelle famiglie che vivono momenti drammatici, si dice. Durissimo l'amministratore che, magari, poi spende e spande in altri casi i soldi pubblici.
Per fortuna che a fronte dell'intransigente sindaco, c'è l'azienda che produce e distribuisce i pasti ai bambini delle scuole pubbliche che ha deciso, a sue spese, di fare accedere alla mensa tutti i bambini. Che significa che tante volte i cittadini sono più saggi di chi li governa, e senza dubbio più onesti di tanti disonesti governanti.
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