domenica 27 marzo 2016

Lettere di Puccini a sua moglie Elvira Bonturi secretate nell'edizione 'nazionale' dell'epistolario

Dell'epistolario di Giacomo Puccini, di cui è uscito appena il primo volume dell'impresa che ne comprenderà una decina almeno e che si concluderà chissà quando, abbiamo scritto nei mesi scorsi, segnalando quali aspetti del carattere del musicista e dell'uomo emergono da quelle missive che, solo per la ventina d'anni che vanno dal 1877 al 1896,  raggiungono la bella cifra di oltre settecento. E che quando l'opera sarà conclusa si dice che comprenderà intorno alle ventimila missive del musicista. Solo del musicista,  e nessuna di tanti mittenti che scrivevano a lui. Chissà perché, mentre sarebbe stato opportuno dare spazio anche ai suoi corrispondenti, laddove possibile e il materiale fosse reperibile.
Va da sé che la corrispondenza alla quale gli studiosi sono più interessati è quella relativa alle sue opere, che saranno pur di numero limitato ma che, come tutti sanno, furono attraversate da infiniti travagli, dei quali l'epistolario dà conto bastante, essendo fra i suoi destinatari più assidui l'editore, i librettisti, i direttori, i cantanti ecc... oltre naturalmente  ai più normali amici, parenti e famigliari stretti.
 Alla fine del primo volume, oltre gli interessantissimi e preziosi apparati -  di cui avemmo già a scrivere - c'è un pugno di lettere di cui si conosce, per precedenti relazioni, il contenuto che viene riassunto, ma non il testo originale per intero, andato forse perduto o perchè in possesso di privati non reperibili al momento della pubblicazione.
 Nel corso del volume, invece, vi è un gruppo di lettere, per fortuna non nutrito, tutte indirizzate ad Elvira Bonturi, moglie del musicista,  delle quali non si pubblica il testo, per volontà degli eredi, che poi è solo una e non è che la nipote di quella Elvira Bonturi,  Simonetta Puccini, figlia di Antonio Puccini, unico  figlio del musicista.
 Che cosa ci sarà in quelle lettere di così compromettente, anche a distanza di quasi 130 anni, al punto da far decidere alla nipote del musicista di non autorizzarne la pubblicazione?
 Nulla di così compromettente, ma di assai strano ed incomprensibile sì, perchè  in una edizione nazionale, finanziata con soldi pubblici, non può il CAPRICCIO senza motivo di una erede, proibire la pubblicazione del testo di una missiva. Non ha senso e l'erede in questione non dovrebbe avere voce in capitolo al riguardo.
 Vero è che si potrà porre rimedio in uno dei prossimi volumi; ci sarà il tempo di rimediare con qualche appendice successiva ai vari volumi - e si rimedierà appena possibile - non appena alcun veto potrà essere più avanzato da chicchessia. Resta comunque  inaccettabile ed incomprensibile - benchè legittimo, purtroppo! - il comportamento dell'erede.

1 commento:

  1. La maggior parte delle lettere secretate sono parzialmente disponibili, tradotte in inglese, nella biografia di George Marek. Questi potè leggere la corrispondenza interna di casa Puccini che era stata sequestrata dalle truppe americane e depositata in una biblioteca di New York senza alcun filtro familiare (successivamente è stata restituita alla famiglia). Le altre lettere secretate: una suggerisce vagamente che Renato Gemignani potesse essere figlio invece di Puccini; una alla frequentazione di una prostituta a Roma.

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