Nei mesi scorsi per il Guglielmo Tell di Rossini, con la regia del nostro Damiano Michieletto s'erano introdotti nello spettacolo alcuni stupri. Non ricordiamo perché e in quale punto, ma poco importa, non ce ne frega assolutamente nulla di questi particolari, comunque irrilevanti. Il teatro ottenne per l'intervento miracoloso (diabolico, perverso?) dell'enfant terrible della regia italiana un qualche rilievo sulle pagine dei giornali anche in Italia. Ed anche più spettatori? Non posiamo dirlo, anche perché simili scene da quando c'è il cinema e la televisione, se ne sono viste in tutte le salse e di tutti i colori. Senza dimenticare che anche la cronaca ce ne ha mostrato o raccontato in enorme quantità, forse anche più crudi di quelli in palcoscenico o sugli schermi, dove comunque non badano a spese. Vederli in scena, dal vivo seppure per finzione, è un'altra cosa, ma il capolavoro di Rossini necessitava davvero di quegli stupri?
Ora, ancora dal Covent Garden, giunge una nuova analoga notizia, riguardante una Lucia di Lammermoor in scena nel teatro londinese, per la quale la regista ingaggiata ha previsto di mostrare quando la fanciulla perde la verginità, che non fu in una notte di grande amore - altrimenti che ci sta a fare la regista in una storia troppo naturale? A tal scopo e per l'impressione che tale scena può fare sugli spettatori, il teatro si è premurato di avvertire che ci sono scene un pò forti, che potrebbero non solo offendere gli spettatori ma generare financo disturbi, malori e svenimenti. E se questo avviso, sintomo di grande sensibilità, producesse l'effetto opposto a quello della curiosità, e cioè tenesse lontani spettatori che altrimenti avrebbero volentieri ascoltato e visto la Lucia donizettiana, ma senza quella scena, di cui - sia chiaro - si poteva senz'altro fare a meno?
Ben gli sta al finto trasgressivo teatro d'opera londinese.
Nessun commento:
Posta un commento