Ersilio Tonini, il cardinale Ersilio Tonini, scomparso all'età di 99 anni, non era un prelato come gli altri. Era uomo di fede sorretta da profonda autentica cultura, dall'amore per l'umanità e dalla certezza che il futuro, migliore, un giorno arriverà, se sapremo costruirlo. Noi lo abbiamo conosciuto. Fu in incontro speciale che ci piace raccontare.
Nell'estate del 2004 dirigemmo l' edizione del Festival delle Nazioni di Città di Castello, in Umbria. Ci prefiggemmo di dare una immagine della 'nuova', 'giovane' Italia musicale, proprio in un festival che era sempre alla ricerca di nazioni da mostrare, magari in formato 'turistico', dimenticando, colpevolmente, la nazione ospitante, l'Italia appunto.
La scelta apparentemente facile, imponeva un lavoro impegnativo per mostrare l'Italia musicale che meritava davvero di essere conosciuta. Il cartellone si mosse su due direttrici: far ascoltare la musica italiana, in ogni genere, quella che meglio ci rappresentava nella storia e nel presente, ed affidarla ai musicisti più valorosi, nonostante la giovane età. Avemmo la fortuna della presenza , come orchestra residente, di ospitare l'Orchestra sinfonica 'Giuseppe Verdi' di Milano, in quei mesi travagliata dal dissidio fra Chailly e Corbani, che portò al definitivo allontanamento del direttore. L'Orchestra si esibì in varie formazioni: sinfonica, cameristica, quartettistica con impegno e successo notevole. Al quartetto d'archi, composto dalle prime parti dell'orchestra milanese, affidammo uno dei concerti più belli ed indimenticabili, nel quale coinvolgemmo il cardinal Tonini, allora già novantenne ma in grandissima lucida forma intellettuale.
Un concerto domenicale, matinée, in un Oratorio della campagna castellana, a Morra. Voluto con tutte le forze, nonostante l'opposizione di alcuni componenti il consiglio di amministrazione del festival che, come è facile supporre, in fatto di musica e di organizzazione festivaliera non sapeva assolutamente nulla e che, anche per questa ragione, continua ad essere ancora lì, a tutt'oggi. Un oratorio preziosissimo, come stiamo per raccontarvi. In quell'Oratorio, dedicato a San Crescentino, si potevano ammirare, da poco restaurati, gli affreschi sulla 'Passione' di Gesù, di Luca Signorelli. Decidemmo di farvi eseguire il capolavoro di Haydn:
'Le sette ultime parole del Redentore sulla croce'. Dieci 'adagi' sublimi fra i quali, come espressamente voluto dal committente settecentesco, un prelato doveva dettare delle meditazioni sulla Passione di Gesù. Per quel compito, oggi spesso affidato a inutili parlatori, improvvisati cantori del sacro, al nostro festival, invitammo il cardinal Tonini, con la preziosissima mediazione di Antonio Lubrano, che volemmo al nostro fianco come 'consulente per la comunicazione' del festival. Il cardinale arricchì di profondo senso spirituale quella magnifica esecuzione haydniana, che abbiamo ancora nelle nostre orecchie. L'oratorio di San Crescentino apparve quella domenica mattina infinitamente piccolo, incapace di contenere tutti coloro che non vollero mancare quel prezioso appuntamento e che si accontentarono di ascoltare, anche fuori dell'Oratorio. Salutammo il cardinale e lo ringraziammo; non fece altrettanto uno dei consiglieri del festival, motivandolo così: non vado a salutare un rappresentante di un mondo reazionario, come la Chiesa. Quel consigliere, tuttora tale, era un politico di mestiere, comunista, ed era interessato al festival innanzitutto perchè due dei suoi famigliari esercitavano la professione musicale. Consumammo con il cardinale un pranzo frugale, terminato il quale, dopo un breve riposo, Tonini riprese la via del ritorno per Ravenna.
Pietro Acquafredda
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