Volendo o dovendo fare la mia biografia come membro del Parlamento, non vi sarebbe che a stampare nel bel mezzo di un foglio bianco, a grandi caratteri - i 450 non sono realmente che 449, perchè Verdi, come deputato, non esiste.
Quel che scriveva Giuseppe Verdi, in una lettera autoironica all'amico librettista Piave, della sua esperienza di parlamentare, ci è venuto in mente leggendo della recita di 'Nabucco' diretta da Riccardo Muti all'Opera di Roma, nel corso della quale il noto direttore ha bissato il coro 'Va pensiero'. I giornali hanno sottolineato la commozione che sempre prende nell'ascoltare quell'intenso canto di prigionia. Ma, sempre a leggere i giornali, si veniva a sapere che, durante il 'Va pensiero', dai palchi sono piovuti sulla platea migliaia di volantini, a disturbare ( profanare?) quel coro. 'Viva Verdi', si leggeva in tanti; 'Viva il presidente Napolitano', in tanti altri, 'Muti senatore a vita', in altri ancora. Ci è parso allora che la commozione sulla quale avevano insistito i giornali fosse finta, e, comunque, artefatta per via di quei volantini, preparati e lanciati ad arte nel clou della rappresentazione. E, ancora, ci sorprendeva la campagna per la nomina di Muti a senatore a vita. Le parole di Verdi siano di monito. Riccardo Muti, per fare il senatore - che non sappiamo con quali esiti avrebbe a farlo ( in quell'aula tante buone intenzioni si sono arenate)- dovrebbe lasciare di fare il direttore- che sappiamo egli fare ai massimi livelli. Sempre che non accetti di farlo, per far contenti i suoi sostenitori, ma sapendo in partenza che la sua presenza in Senato sarebbe molto simile a quella di Verdi nel parlamento di Cavour, cioè a dire nulla.
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