Il giorno 27 dell’era idiota, la grande nave da crociera
‘Carnevale di Venezia’ guidata dal comandante Minghione ha fatto il miracolo
che da anni i 70.000 veneziani non si stancavano di richiedere a San Marco: dacci oggi il nostro lavoro quotidiano. San Marco
le aveva tentate tutte. Da ultimo, non riuscendo da solo ad esaudire la
accorata preghiera dei lagunari, aveva fatto tornare in patria quel Cardin,
emigrato in Francia dove aveva fatto, con la moda, una barca di soldi. E Cardin
sembrò per un attimo l’uomo della Provvidenza. Solo che voleva costruire un
grattacielo, un po’ distante dal Canal Grande e da Piazza San Marco. I
veneziani, alla fine, per attaccamento alla propria terra, non hanno digerito
quella emigrazione, seppure interna, e il progetto è naufragato definitivamente, con grande
disappunto del sindaco di Venezia, che
vedeva in Sancardin il nuovo patrono della storica repubblica lagunare. Riprese le
novene ed il mensile triduo solenne in San Marco, alla fine il miracolo s’è
compiuto. La nave da crociera ‘Carnevale di Venezia’, guidata dal grande
comandante Minghione, con un inchino
davanti a Piazza San Marco in onore del Santo protettore, in un sol botto ha sfondato il molo della storica
Piazza, abbattuto la Basilica e palazzo Ducale ( dove, fino all’altro ieri si
sono viste le repliche dell’Otello di Giuseppe Verdi) e sbriciolato il
campanile - ma per il campanile non era la prima volta. Il sindaco Orsoni,
mentre ancora la grande nave si
allontanava fra gli appalusi dei presenti, ha riunito il Consiglio comunale ed
ha dato a tutti la notizia che da anni si attendeva. Finalmente si erano creati
a Venezia quei diecimila posti di lavoro che l’avrebbero salvata da sicuro
affondamento nella disoccupazione. I fondi per la ricostruzione che il Governo
non aveva e non poteva dare, venivano
messi a disposizione da due notissimi francesi, il già citato Cardin e Pinault
che, a Venezia, possiede già mezza città e non vedeva l’ora di acquistare anche
san Marco ed il Palazzo Ducale. Del campanile, aveva fatto sapere al sindaco,
non gli importava, lui da Punta della Dogana poteva già godersi un bel panorama
lagunare. Il sindaco Orsoni ha illustrato le due proposte, ed alla fine il
consiglio comunale ha scelto quella di Cardin. San Marco ed il Palazzo Ducale
saranno ricostruiti, con lo stesso volume, ma si svilupperanno in altezza: 200
piani, una enorme torre in acciaio e plexigas, e, di conseguenza, del campanile
non c’era più bisogno. Per una volta quell’antica norma – troppo antica! - del
‘com’era e dov’era’ non veniva osservata, in nome della modernità. Lo sviluppo
in altezza presentava due grandi vantaggi, secondo Orsoni.
Circoscrivere la base del cantiere che avrebbe tenuto occupati diecimila
veneziani per dieci anni, e ridurre,
facendolo rientrare di molto, il molo in corrispondenza di Piazza San Marco, il
che avrebbe consentito per gli anni a venire
un maggiore spazio agli inchini delle grandi navi, per grazie ricevuta.
Pietro Acquafredda
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