domenica 28 luglio 2013

Abbattuti da una nave San Marco,il campanile e Palazzo Ducale. Creati a Venezia 10.000 nuovi posti di lavoro


Il giorno 27 dell’era idiota, la grande nave da crociera ‘Carnevale di Venezia’ guidata dal comandante Minghione ha fatto il miracolo che da anni i 70.000 veneziani non si stancavano di richiedere a San Marco: dacci oggi il nostro lavoro quotidiano. San Marco le aveva tentate tutte. Da ultimo, non riuscendo da solo ad esaudire la accorata preghiera dei lagunari, aveva fatto tornare in patria quel Cardin, emigrato in Francia dove aveva fatto, con la moda, una barca di soldi. E Cardin sembrò per un attimo l’uomo della Provvidenza. Solo che voleva costruire un grattacielo, un po’ distante dal Canal Grande e da Piazza San Marco. I veneziani, alla fine, per attaccamento alla propria terra, non hanno digerito quella emigrazione, seppure interna, e il progetto  è naufragato definitivamente, con grande disappunto del sindaco di Venezia, che  vedeva in Sancardin il nuovo patrono della  storica repubblica lagunare. Riprese le novene ed il mensile triduo solenne in San Marco, alla fine il miracolo s’è compiuto. La nave da crociera ‘Carnevale di Venezia’, guidata dal grande comandante Minghione,  con un inchino davanti a Piazza San Marco in onore del Santo protettore, in un sol  botto ha sfondato il molo della storica Piazza, abbattuto la Basilica e palazzo Ducale ( dove, fino all’altro ieri si sono viste le repliche dell’Otello di Giuseppe Verdi) e sbriciolato il campanile  - ma per il campanile  non era la prima volta. Il sindaco Orsoni, mentre ancora  la grande nave si allontanava fra gli appalusi dei presenti, ha riunito il Consiglio comunale ed ha dato a tutti la notizia che da anni si attendeva. Finalmente si erano creati a Venezia quei diecimila posti di lavoro che l’avrebbero salvata da sicuro affondamento nella disoccupazione. I fondi per la ricostruzione che il Governo non aveva e  non poteva dare, venivano messi a disposizione da due notissimi francesi, il già citato Cardin e Pinault che, a Venezia, possiede già mezza città e non vedeva l’ora di acquistare anche san Marco ed il Palazzo Ducale. Del campanile, aveva fatto sapere al sindaco, non gli importava, lui da Punta della Dogana poteva già godersi un bel panorama lagunare. Il sindaco Orsoni ha illustrato le due proposte, ed alla fine il consiglio comunale ha scelto quella di Cardin. San Marco ed il Palazzo Ducale saranno ricostruiti, con lo stesso volume, ma si svilupperanno in altezza: 200 piani, una enorme torre in acciaio e plexigas, e, di conseguenza, del campanile non c’era più bisogno. Per una volta quell’antica norma – troppo antica! - del ‘com’era e dov’era’ non veniva osservata, in nome della modernità. Lo sviluppo in altezza presentava due grandi vantaggi, secondo  Orsoni.  Circoscrivere la base del cantiere che avrebbe tenuto occupati diecimila veneziani per dieci anni, e  ridurre, facendolo rientrare di molto, il molo in corrispondenza di Piazza San Marco, il che avrebbe consentito per gli anni a venire  un maggiore spazio agli inchini delle grandi navi, per grazie ricevuta.

Pietro Acquafredda

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