Tra breve comincerà l'attesa Mostra del Cinema di Venezia, organizzata come sempre dalla Biennale, presieduta da un secolo e più da Paolo Baratta, manager appassionato di musica.
L'altro ieri è passato in tv il promo della Mostra 2018, ben articolato, lento come è lento lo scorrere del tempo in laguna, ricco di suggestive immagini di sapore lunare. Ma da subito - non credevo alle mie orecchie - si ascoltava una colonna sonora del promo veneziano, che era quella della Vienna dei valzer straussiani ( Laguna chiama Danubio?). Ed ho subito pensato che tale promo non fosse passato dal controllo vigile della presidenza Baratta, perché lui, a dispetto dei pubblicitari, non avrebbe mai consentito una simile bestialità. Perché a nessuno può venire in mente di accompagnare immagini della Mostra cinematografica veneziana prossima ventura con un valzer viennese. Non mi sono arreso ed ho chiesto all'Ufficio Stampa la ragione di tale insulsa colonna sonora. La risposta, piccata, dell'Ufficio Stampa è stata la seguente: "Venezia come Vienna, ambedue iniziano con la lettera 'V'. Ecco spiegata la ragione di quella colonna sonora". Ho ringraziato dell'acuta osservazione e salutato, non avendo argomenti per controbattere.
La vicenda mi ha fatto venire in mente un'analoga passata iniziativa, sotto un governo Berlusconi ( sottosegretario con delega per il turismo, Michela Brambilla, l'amica degli animali che solitamente sono insensibili alla musica, dal maggio 2008 al maggio 2009) riguardante il famoso costosissimo 'portale' del turismo italiano, tradotto in nessuna lingua oltre quella italiana - no, forse c'era quella inglese, la cui traduzione era stata però affidata ad allievi del liceo classico, non linguistico - e che, come l'attuale promo della Mostra cinematografica veneziana, si apriva ai visitatori facendo loro ascoltare il Preludio della Carmen di Bizet. A Venezia musica viennese, in Italia musica spagnola. L'allora ministro conosceva forse solo quella musica, un ricordo di vacanze in Spagna.
Il caso gemello veneziano, non sarebbe accaduto se Baratta avesse visionato quel promo; ne siamo certissimi e lo ribadiamo. Baratta è un assiduo frequentatore di concerti, e presiede oltre che la Biennale, la Accademia Filarmonica Romana, e prima ancora ha presieduto l'Associazione degli Amici di Santa Cecilia. Dunque la musica la conosce e chissà quanta ne ha ascoltata. D'ora in avanti però stia più attento a quello che fanno i suoi più stretti collaboratori - che lui ha sempre nominato o confermato anche prima della normale scadenza, per paura che lo facessero altri - e non si fidi di nessuno. Perchè, come ora deve aver capito, gli hanno fatto fare la figura del fesso, senza né colpe né meriti..
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