Chi può rischiare di cantare Violetta alla Scala o in qualunque altro teatro che si rispetti, dopo la Callas? Per anni questo inutile veto ha in qualche modo castrato tutti, direttori, protagonisti - i registi meno - nell'atto di accingersi a proporre una Traviata, nei teatri di gran nome, e solo in quelli, per nostra fortuna, perchè altrimenti della Traviata avremmo perduto ogni pur lieve traccia.
E'accaduto, poi, che alcuni teatri, sfidando lo spettro della Callas, e noncuranti di quel divieto più morale che vocale, abbiano portato in scena Traviata, come ha fatto e continua a farlo da dieci anni La Fenice, ad esempio, con la sua Traviata che inaugurò il teatro ricostruito proprio con il capolavoro di Verdi ( Carsen/ Maazel - la protagonista nelle varie riproposte è cambiata, assieme al direttore, mentre è restato identico quello spettacolo, tuttora ammirato) e finalmente lo fa anche La Scala che per lavare l'onta di aver inaugurato l'anno verdiano ( e wagneriano) con il Lohengrin, rimedia in questo 7 dicembre 2013 con Verdi e la Traviata. E con una Violetta Valery, Diane Damrau di grande personalità vocale.
Perciò pensiamo che una Traviata degna del teatro più importante del mondo si poteva fare anche prima, molto prima; e che si sia atteso troppo, dopo quella di Muti, per poter vedere in cartellone il popolare titolo verdiano. Personalmente non crediamo alla ricerca quasi miracolosa della protagonista come ci vogliono far credere ogni volta sovrintendenti e direttori artistici. Cercano Violetta come qualunque altra protagonista verdiana e non solo verdiana; non c'è bisogno che ci raccontino di storie avventurose:"... cinque anni fa la Damrau fece sapere che si stava preparando a Violetta e che avrebbe voluto farla alla Scala..... "poi, poi il sogno si è avverato ed ecco che fra quest'anno ed il prossimo, una sola Violetta fa cinque produzioni - non saranno troppe, verrebbe da domandarsi, tutte ravvicinate, dopo tanto digiuno? Se non fosse già stata Damrau, chi l'avrebbe corteggiata per tanto tempo? Più interessante domandarsi se c'è qualcuno fra i nostri direttori artistici capace di trovare fra le tante brave cantanti una giovane cui affidare quel ruolo. Nutriamo seri dubbi, e non solo per Violetta.
Ora , dopo aver ascoltato, e visto anche lo spettacolo del giovane regista russo - non giovanissimo, nonostante l'aria da ragazzo- ci vien da dire che anche dopo Callas si può fare una bella Traviata; meglio: dopo Callas, facendo tesoro della sua lezione, non solo si può fare Traviata ma si deve fare, e soprattutto i grandi teatro devono farla, Scala per prima.
Se possiamo aver da ridire su qualche soluzione registica non proprio convincente ( la festa in casa di Flora e le danze sostituite dall'accerchiamento di Alfredo non ci sono piaciute, come non ci sono piaciute in più occasioni, fra le più appassionate, la distanza posta fra i protagonisti, quando invece natura vuole che i corpi si attorciglin); per il resto chi ha manifestato dissenso nei suoi confronti è uno spettatore prevenuto. Anche i dissensi nei confronti di Alfredo erano eccessivi, meritatissimi invece gli applausi a Violetta; pure inutili gli attacchi al direttore da parte di orfani di non si sa chi. Per una Traviata simile metteremmo la firma ogni giorno!
E veniamo, invece, agli intervalli, perchè in televisione contano anche quelli. C'era la bella Maria Concetta Mattei e... Michele. Troppa improvvisazione; sia la bella che... Michele hanno detto più volte 'padre germont', come si direbbe 'padre alfonso' e 'padre bernardino'; mentre invece avrebbero dovuto dire 'papà germont' oppure 'Germont padre', per distinguerlo da germont figlio, alias Alfredo. E poi la solita storia. Si invitano personalità del mondo accademico che poi si trattano a pesci in faccia, togliendo loro la parola o continuando a fare domande scritte sul copione, senza seguire il ragionameno che questo o quella fanno, come quella nostra brava studiosa di opera russa, che sinceramente... che c'azzeccava, direbbe l'ex magistrato. Chi ha mai sentito citare un professore universitario così: 'è insegnante ecc... 'alzi la mano; chi come noi, invece, l'ha sentito per la prima volta, spenga il televisore alla prossima.
RAI 5 deve imparare a fare corretta diffusione e alfabetizzazione musicali. Le dotte espressioni, le questioni musicologiche, possibile che non capiscono che non hanno senso in TV, fra un atto e l'altro, e avendo accanto uno studioso insigne ma dall' aria francamente inquietante?
Una domanda scherzosa, infine, al regista e alla costumista, ambedue: nel vestire e truccare la povera Annina aiutante nella casa 'di tolleranza' di Violetta , non sarà che avete tratto ispirazione dalla Giusi Ferrè?
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