Il nuovo Consiglio di amministrazione dell'Opera di Roma, al completo con le recenti nomine di Regione e Comune ha eletto sovrintendente Carlo Fuortes, amministratore delegato di Musica per Roma, che non lascia!!!! - e Commissario al Petruzzelli, che lascia (!!!!).
Il nome di Fuortes circolava da settimane, da quando il Comune aveva fatto sapere che avrebbe voluto azzerare il consiglio di amministrazione del Teatro dell'Opera, subissato da debiti colossali, i cui membri erano stati tutti messi lì da Alemanno e compagni. Anche se non si capisce se il sovrintendente deve nominarlo il ministro ( che nel caso di Fuortes ha espresso il suo gradimento(!!!), il consiglio di amministrazione o, ancora il sindaco, non soddisfatto di tutti i macelli che anche i suoi predecessori, tutti lui compreso, del tutto estranei al mondo musicale, hanno fatto con nomine bislacche. Forse ancora oggi, nonostante le nuove leggi, il sovrintendente lo nomina chi dà più soldi e siccome nel caso di Roma il maggior finanziatore è il Comune, lo nomina lui il sovrintendente. Certo, a Roma, il sovrintendente deve avere il gradimento di Muti che dell'Opera è il vero demiurgo; e Fuortes sembra gli stia bene. Una volta assicurato che non si tagliano i fondi, perchè Muti a lavorare sottopagato non ci sta.
Muti naturalmente manterrà Alessio Vlad, per un fatto d'onore, l'ha voluto al suo servizio ed ora non lo mollerà, perchè ricominciare da capo con un altro servitore costa fatica.
Fuortes vorrà far sbarcare i geni che lo accompagnano sempre - l'hanno accompagnato a Bari - anche a Roma, all'Opera così come li tiene all'Auditorium: il genio della lampada e il genio del tappeto. Certo, senza di loro lui non saprebbe cosa fare, nonostante che abbia imparato il mestiere dell'amministratore. La sua , si sa, è una compagnia di giro: stessi assistenti, stessi programmi stessi artisti da anni.
Fuortes sa già che Roma non è Bari e il Teatro dell'Opera non ha nulla da spartire con il Petruzzelli; sono due mondi diversi e lontanissimi; a Bari ha potuto fare quello che voleva, partendo dalla ricostruzione del teatro; a Roma ha una macchina difficile da mandare avanti, e dove non è facile incidere sui problemi con l'accetta, il teatro è molto sindacalizzato ( e certamente non è un bene! ) ecc...
Ciò che non possiamo, in ogni caso, non condividere di Fuortes è la sua volontà di mantenere contemporaneamente Musica per Roma e il Teatro dell'Opera, come se fossero giochetti. Perchè lo fa senza che nessuno gli dica che una delle due responsabilità deve mollarla? O forse lui, visto che questo è il suo momento e tutti lo acclamano salvatore, ha detto 'vengo a salvare la nave da sicuro affondamento', ma siccome rischio di affondare anch'io, voglio' mantenere la scialuppa di salvataggio' che è l'Auditorium. Che rischio è allora andare all'Opera di Roma?
Un'ultima domanda, questa per Fuortes e solo per lui: che fa i giorni dispari all'Opera e quelli pari all'Auditorium, e se va a fuoco in un giorno dispari l'Auditorium dice che se la sbrighino da soli, e se ne parla all'indomani, giorno pari? E a Bari quando ci va, visto che in regime di prorogatio resta ancora a fare il commissario del Petruzzelli, per il quale ha chiesto di aderire al fondo salva teatri della legge 'Valore cultura'? ma il teatro barese non navigava a gonfie vele, dopo il suo arrivo?
P.S. Ci sarebbe anche da dire dei nuovi ingressi nel CDA dell'Opera., ma lo faremo in un altro momento.
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