E allora che cosa conta? Conta la qualità di una proposta, il suo nobile scopo. Quanto basta perchè tutte le migliori forze presenti si muovano in sua difesa e sostegno.
Veniva da riflettere su ciò proprio in queste ultime settimane, vedendo i giornali - le televisioni sono per il popolo, non sanno appassionarsi alle nobili cause delle élites culturali - inondati di musica. Pagine e pagine sui due maggiori quotidiani che hanno per oggetto la musica; e siamo solo all'inizio perchè il sostegno alla nobile causa della musica continuerà ancora a lungo.
E non ci riferiamo naturalmente alla triste circostanza della scomparsa di Claudio Abbado - Claudio, più semplicemente, per tutti.
Pensiamo alla foto gigante di Muti che da mesi campeggia sul Corriere per le opere di Verdi. E più di recente, sempre sul Corriere, a quella di Barenboim per Beethoven. Ed ancora ad Abbado sulle pagine di Repubblica. Ad onor del vero le pagine 'musicali' dei giornali non si esauriscono con questi tre campioni, ve ne sono altre, ad esempio su Repubblica, di pressante invito a seguire le lezioni di musica del noto musicologo Augias.
Perchè tanto fervore musicale su giornali che hanno relegato la critica musicale in angoli sempre più ristretti- come ha fatto notare lo stesso 'stato maggiore' della critica musicale italiana, nel corso di un pubblico dibattito sull'argomento? Per un cambio di marcia. Perchè finalmente anche i giornali, che vanno da tempo dicendo che la cultura è il vero motore di riscossa del nostro paese, cominciano ad agire di conseguenza.
E, infatti, quei giornali stanno mandando in edicola alcune proprie collane discografiche che hanno a protagonisti oltre che Verdi e Beethoven, anche Muti, Barenboim ed Abbado. Ed intendono venderle, non arrendendosi di fronte alla crisi, anzi sfidandola.
Per la stessa ragione, ci ha sorpreso leggere nel Domenicale del Sole 24 Ore di oggi la solita doppia pagina dedicata al Massimo di Palermo - a pagamento? dagli con i soldi! no, gratuita per servire alla nobile causa del teatro palermitano - dove si inneggia alla nuova stagione aperta da un'opera rara di Richard Strauss, affidata per la regia a Emma Dante. Non una parola che riprendeva il filo del discorso là dove l'anno scorso proprio il Sole 24 Ore l'aveva interrotto, quando si schierava in difesa del sovrintendente Cognata, defenestrato dal nuovo/vecchio sindaco di Palermo. E non era il solo, perchè l'aveva fatto anche l'associazione critici musicali, che non parla mai e che, inaspettatamente, aveva spezzato una lancia a favore della gestione Cognata.
Ora il Sole 24 Ore, vista la nobile causa del nuovo corso, si scorda del passato volutamente - e gratuitamente, vogliamo ribadirlo - per servire alla nobile causa del nuovo corso, scende in campo, lancia in resta.
I soldi nella musica non contano. Come volevasi dimostrare e noi abbiamo, in minima parte, dimostrato.
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