Siamo convinti che a guardare quella folla commossa che riempiva la piazza antistante la Scala, alle 18 di oggi, in silenzio, inondata dalla Marcia funebre beethoveniana, eseguita dall'orchestra del teatro diretta da Barenboim, che proveniva dall'interno della Scala vuota ma con porte aperte, in ricordo di Claudio Abbado scomparso una settimana fa, siamo convinti - dicevamo- che non c'era nessun politico, nè tra quella folla, nè davanti ai teleschermi di Rai 5 che ha trasmesso in diretta quella doverosa e riconoscente commemorazione. Perchè, se fossero stati presenti fra quella folla o davanti ai teleschermi, avrebbero capito, finalmente ed una volta per tutte, che gli italiani non sono indifferenti alla musica, come loro, menti bacate e meschine, vanno pensando e supponendo.
Quello spettacolo di popolo, quella musica, la Scala vuota erano eloquenti di per sé. Non c'era bisogno di altro. Per questo non abbiamo seguito, di proposito, le poche parole della giornalista che non abbiamo apprezzato, perchè fuori luogo e in un ruolo per lei non appropriato, in occasione dell'inaugurazione della Scala, sulla medesima rete.
Come anche non abbiamo apprezzato quel fermo immagine che ci faceva vedere in primo piano e per più di qualche secondo, un tempo interminabile data la circostanza, il prossimo sovrintendente della Scala, Pereira, che aveva accanto la sua giovanissima moglie orientale, stilista, ed anche, sebbene solo per un istante e di sfuggita, il sovrintendete prossimo a lasciare, Lissner
Non c'era proprio bisogno. La sovrintendenza della Scala è altra cosa. Quel soffermarsi ha in certo modo sporcato lo spettacolo del silenzio e della musica in ricordo di Claudio Abbado. Vogliamo mettere un burocrate, anzi due, per quanto illuminati, con una direttore che tutta la sua vita ha servito con devozione l'arte della musica, senza che per questo si abbia a santificarlo?
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