Per il Capodanno il concerto 'autarchico' da Venezia, in diretta su Rai Uno, ha battuto quello da Vienna, in differita su Rai Due, 'non autarchico'- perchè nel suo programma compaiono quasi esclusivamente autori americani e inglesi e italiani. 'Arie italiane che richiamano drammi amorosi' contro 'l'ebbrezza del valzer e il rapimento delle polke che incarnano così bene lo spirito del nuovo anno'. Chi scrive simili scempiaggini, per difendere a spada tratta le musiche viennesi contro quelle italiane, per la semplice ragione che ancora non si vuol convincere che il Concerto da Venezia ha una audience televisiva superiore a Vienna ed in continua ascesa (al contrario di ciò che accade per il Concerto da Vienna che ogni anno perde colpi in tv), è l'italianissimo giornalista d'assalto del Corriere della Sera - del quale nel precedente post abbiamo scritto per altre ragioni- e che risponde al nome di Valerio Cappelli. Ci viene il dubbio che a lui basti poco alcool, quel poco che gli viene dai valzer e dalla polke, per ubriacarsi.
L'altro ieri il Concerto veneziano ha raggiunto lo share del 27% ed è stato visto da 4.407.000 telespettatori - in assoluto il concerto 'classico' più visto della storia della televisione italiana.
Il concerto da Vienna, quello che piace tanto a Cappelli, invece, ha avuto uno share del 16,61% e 2.748.000 telespettatori.
Il concerto veneziano, anche rispetto allo scorso anno è in continua lenta ascesa, quello viennese in continua inarrestabile e consistente discesa: occorre per questo eliminarlo dalle reti televisive italiane? Affatto: o forse per dargli più spazio bisogna cancellare il concerto veneziano che ancora oggi, ma fin dalla prima edizione, gli fa ombra? Nessuno ci pensa in tv. Sarebbe come cancellare un programma di successo, e, per il settore della musica, quello in assoluto con il successo maggiore di pubblico.
E Cappelli? Per Cappelli si suggerirebbe un'altra cura: evitare di scrivere a capodanno, perché di ciò che lui pensa dei due concerti, non frega nulla a nessuno, ed anche perché più manifesta la sua ostilità per il concerto veneziano 'autarchico' e più il concerto veneziano va bene in tv. Non sarà che porta sfiga a quello viennese?
Ma altri colleghi andrebbero censurati. Due per tutti. In vecchiaia vogliamo fare il moralista.
Guido Barbieri, innanzitutto, di Repubblica, che storce il naso sul concerto veneziano, però poi prende soldi dal Teatro La Fenice per scrivere le note del programma del medesimo concerto; e forse per questo il naso fa finta di storcerlo ancora di più. Per mostrare indipendenza.
Come anche Sandro Cappelletto, che invece scrive bene, piuttosto bene, del concerto veneziano, ma poi il prossimo 14 presenterà nel teatro veneziano, l'opera 'La scala di seta', naturalmente a pagamento.
E vogliamo volutamente tralasciare di ricordare che ambedue questi campioni della critica musicale, svolgono contemporaneamente anche il mestiere di direttore artistico: ,insomma, per dirla con una metafora, fanno i medici ed i becchini. Chi gli può prestare fede?
Questi intrecci che gettano ombre sui nostri stimatissimi colleghi, andrebbero recisi con un colpo netto.
Fine della morale.
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