E siamo giunti all'inaugurazione, a Spoleto, del ‘Festival dei Due Mondi’, di quello che un tempo era il 'Festival dei Due Mondi' e che oggi sarebbe più giusto chiamare 'Festival dei due Ferrara'. Si inaugura la 56 edizione del glorioso festival,
inventato da Gian Carlo Menotti,
e finito solo qualche anno fa, dopo quasi mezzo secolo di trionfi, nella ‘polvere’, per ragioni familiari. A causa dell’invadenza del figlio adottivo del
fondatore, Francis, e dell’incapacità del fondatore, causa età, di arginarlo, per riprendere nelle sue mani il timone. Un festival musicale,
con la contemporanea e regolare
presenza di altre arti, dove
hanno debuttato tanti artisti ancor giovani, in seguito acclamati come autentiche star. Questo era Spoleto nei suoi anni più gloriosi. Non tutto era inappuntabile, ma la fantasia della programmazione e il fiuto di Menotti, lo fecero diventare un festival imprescindibile, imitato ed invidiato, in Italia e nel mondo, al punto che anche l'America volle il suo 'Due Mondi'.
Poi, un giorno, alla morte del fondatore, estromesso senza troppo riguardo Francis, il timone del festival è finito in altre mani
nelle quali vi resterà ancora un
quinquennio, a seguito della rinnovata
fiducia all’attuale timoniere
Giorgio Ferrara, di professione regista teatrale, marito della celebre attrice
Adriana Asti, e fratello del più noto Giuliano.
Giorgio Ferrara si
risente se qualcuno gli rammenta la parentela con Giuliano - del tutto ininfluente sugli
ultimi vent’anni della sua carriera!, sia chiaro - e chiede di essere giudicato per le sue
opere: prima, la direzione dell’Istituto di cultura italiano a Parigi e poi il Festival
spoletino. Almeno per Spoleto, ma solo per sommi capi, lo accontentiamo.
Per il capitolo ‘giudicatemi dalle opere’, soltanto a partire dagli anni spoletini, Ferrara, non più giovanotto ( oggi di anni ne ha sessantasei), ha debuttato come
regista d’opera, nel ‘suo’ festival e all’Opera di Roma, da dove ha prelevato
Alessio Vlad, suo consulente musicale per Spoleto. Per le regie teatrali spoletine, invece, scrittura ‘stabilmente’, star internazionali
(Wilson, Stein, Jacquot, Ronconi), più sicure ma stantie. Troppa fatica a cercare e scovare. Più facile scritturare star. Non ha fiuto?
Trova lavoro e premia
sua moglie, che non ne avrebbe certo
bisogno, sia al Festival che all’Opera di Roma, dove, qualche stagione fa, tanto ha fatto da farla debuttare in un ruolo, sinceramente ‘imbarazzante’ per
un’attrice tanto nota; un ruolo appositamente inventato per lei, complice Alessio Vlad,
nel ‘Candide’ di Bernstein, da Voltaire.
Ha trasformato, in pochi anni, complice l'osanna dei giornali ( fra i quali il Corriere della Sera è in prima fila) la grande invenzione di Gian Carlo Menotti, in un festival di
teatro, targato ‘Ferrara’, relegando la musica in un ambito assai angusto e di
qualità non sempre altissima. Quest’anno, ad esempio, quel gioiellino del ‘Matrimonio
segreto’ di Domenico Cimarosa, unico
titolo d’opera, nasce figlio di una
cooperativa: coproduzione con il
Teatro Massimo di Palermo, Orchestra - ridotta - del Petruzzelli di Bari, regista Quirino Conti e scene, dipinte, del pittore dell’Ottocento,
Bruschi. Per i Concerti di mezzogiorno arriva un esercito di giovani musicisti dal Conservatorio di Perugia. Fanno numero, riempiono spazi, e sono belli da vedere, i giovani. E poi c'è anche una novità, di Valerio Cappelli e Mario Sesti, sul discusso ed amatissimo direttore d'orchestra Carlos Kleiber; del quale ha tracciato un ritratto sul Corriere, facendo parlare Riccardo Muti, proprio Cappelli . Comunque se si vuole essere informati su Spoleto, giorno e notte, basta leggere quotidianamente il Corriere; Repubblica meno. Oppure rivolgersi alle cinque piattaforme dei social network: la grande novità di quest'anno.
pietro acquafredda
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