martedì 4 marzo 2025

Trump blocca gli aiuti militari allUcraina e dice: quel 'ragazzo' di Zelensky non vuole la pace' ( da Corriere della Sera, di Giuseppe Sarcina)

 

Trump blocca gli aiuti militari all'Ucraina. E attacca Zelensky: «Non vuole la pace»

Donald Trump blocca gli aiuti militari all’Ucraina e alza ancora i toni dello scontro con Volodymyr Zelensky. Nello stesso tempo il presidente americano annuncia che da oggi scattano i dazi del 25% a Canada e Messico e dal 2 aprile quelli «sulle merci estere», senza specificare di quali Paesi. Unica traccia, per ora, in un «post» sulla sua piattaforma social «Truth»: Trump cita i «prodotti agricoli» e quindi è chiaro che, come largamente previsto, le tariffe doganali toccheranno anche l’Europa, Italia compresa. Dazi e Ucraina, quindi, sono le due direttrici dell’offensiva politica ed economica contro il Vecchio continente.

È notte in Italia, quando arriva l’indiscrezione pubblicata da Bloomberg, che poi trova conferme ufficiali: il leader americano ha deciso di sospendere le forniture di armi all’Ucraina per esaminare che «stiano contribuendo a una soluzione» - ovvero, fino a quando Zelensky non sarà disposto a trattare con Vladimir Putin. La decisione sarebbe arrivata al termine di una lunga riunione alla Casa Bianca, cui hanno partecipato il vice presidente JD Vance, il consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz, il segretario di Stato, Marco Rubio e il capo del Pentagono Pete HegsethÈ probabile che Trump ne parlerà oggi, nel discorso che terrà al Congresso

Il presidente avrebbe bloccato la consegna di munizioni e mezzi militari, già autorizzata dal Congresso e pianificata dall’amministrazione Biden. Resteranno fermi anche i lotti già caricati sulle navi o sugli aerei. Non è ancora possibile una stima, ma sono in gioco attrezzature e ordigni dal valore di diversi miliardi di dollari.

È un altro trauma, un’altra svolta clamorosa. Gli aiuti degli Stati Uniti sono stati fondamentali in questi tre anni di guerra. Tutti, a cominciare dai generali ucraini, riconoscono che senza l’intervento di Washington i russi avrebbero spianato la resistenza dell’esercito di Zelensky.

La scelta di Trump ha chiuso una giornata di tiro al bersaglio contro il presidente ucraino. A fare da innesco un’intervista rilasciata da Zelenski, domenica 2 marzo, a margine del vertice europeo di Londra. Questo il passaggio più importante: «La guerra con la Russia è destinata a durare ancora molto, molto a lungo», poiché, è l’analisi di Zelensky, Vladimir Putin non vuole alcun negoziato. Poi ecco un messaggio distensivo per Washington: «Penso che il nostro legame con gli Stati Uniti continuerà: è qualcosa di più di un rapporto occasionale».

Ma Trump viaggia su un’altra dimensione. Ha iniziato ad attaccare Zelensky su «Truth»: «Questa è la peggiore dichiarazione che avrebbe potuto fare Zelensky. E l’America non lo tollererà a lungo! Questo tizio non vuole la pace, fintanto che può contare sull’appoggio dell’America». Poi c’è un colpo anche per i promotori del summit nella capitale britannica: «L’Europa, nell’incontro che ha avuto con Zelensky, ha affermato chiaramente che non può fare il lavoro (aiutare militarmente l’Ucraina ndr ) senza gli Usa. Probabilmente non è una grande dichiarazione da fare in termini di una dimostrazione di forza nei confronti della Russia. Ma come ragionano?».

Più tardi, rispondendo ai reporter, Trump è tornato sul ruolo di Zelensky: «dovrebbe essere più riconoscente, visto che questo Paese è rimasto al suo fianco nella buona e nella cattiva sorte». Il presidente Usa non si scompone quando gli viene fatto notare che i russi sottolineino come ci sia un allineamento delle posizioni di Washington con quelle del Cremlino: «Io tratto con tutti, con la Russia, l’Ucraina, l’Europa per chiudere questa guerra, perché ogni settimana muoiono migliaia di soldati da una parte e dall’altra». Puntuale è arrivato il carico di ostilità, pubblicato su «X» dal suo proprietario, Elon Musk: «Zelensky vuole una guerra eterna, un tritacarne automatico. Questo è il male». I

l Consigliere per la sicurezza nazionale, Waltz, ha trasformato l’insofferenza di Trump in quella dell’intera nazione: «La pazienza del popolo americano non è illimitata, il portafoglio degli americani non è illimitato e le nostre scorte di munizioni non sono illimitate». 

Ma che cosa dovrebbe fare Zelensky, oltre a essere più «riconoscente»? Le parole di Waltz somigliano a un ultimo avvertimento: «Il tempo non gioca a suo favore. Vogliamo sentirgli dire  che è dispiaciuto per quello che è accaduto (l’alterco con Trump e Vance di venerdì 28 febbraio ndr ), e  che è pronto a firmare l’accordo sui minerali e a impegnarsi nei negoziati per la pace».

Nel campo repubblicano, gli attacchi a Zelensky si mescolano con le richieste di dimissioni. È questo ciò che vuole Trump, la fine politica del numero uno ucraino? «Sì»,secondo le indiscrezioni riportate dai media americani.

Nel primo pomeriggio, però, il segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha detto alla «Cnn» che Trump non vuole che Zelensky se ne vada.

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