Il metodo Musk arriva anche in Italia nella base militare di Aviano (Pordenone) e Vicenza. Elon Musk, responsabile del dipartimento per l’efficienza del governo (Doge), che ha chiesto a tutti i dipendenti federali di spiegare il lavoro svolto nell’ultima settimana, sempre con una e-mail avrebbe fatto la stessa richiesta nelle basi italiane dove lavora personale civile, a quanto appreso da fonti sindacali.
Il 22 febbraio scorso Musk su X aveva scritto: “In linea con le istruzioni del presidente Donald Trump, tutti i dipendenti federali riceveranno a breve un’e-mail in cui si chiederà di capire cosa hanno fatto la scorsa settimana. La mancata risposta sarà considerata come una dimissione“.
A quanto risulta al coordinamento delle basi della sigla sindacale UILTuCs la missiva sarebbe stata per ora inviata solo a una piccola parte del personale americano delle basi situate in Italia, quindi non ancora, almeno finora, agli italiani. Nell’installazione militare americana di Aviano lavorano oltre 700 italiani, nel comparto commerciale che fa capo all’Army and air force exchange service (Aafes), nel settore scolastico, e nei servizi del 31º Fighter wing.
Fra gli elementi di cui tenere conto in questa vicenda, di cui sono stati investiti i sindacati Uiltucs e Fisascat, c’è anche la questione che al personale civile che lavora nelle basi militari americane si applica la legislazione italiana.
I sindacati si sono attivati a livello locale e hanno scritto alla Commissione negoziale interforze statunitense (Jcpc), per capire la situazione. Ma la vicenda sulle richieste di chiarimenti sulle prestazioni lavorative arrivata da oltreoceano assume un profilo nazionale.
Bombardieri (Uil): “Metodo Musk aberrante”
“È un metodo che preoccupa. Credo che sia un metodo inaccettabile. Mi pare una logica aberrante“. Così Pierpaolo Bombardieri, segretario Generale Uil, a margine della celebrazione per i 75 anni dalla fondazione del sindacato a Roma. “Piuttosto che chiedere ai dipendenti se sono stati utili, bisognerebbe chiedere ai dirigenti o all’azienda come hanno organizzato il lavoro – prosegue Bombardieri -. Non è che l’elemento più debole è sempre il lavoratore, la lavoratrice. L’organizzazione del lavoro è prevista da contratti e quindi per noi si rispettano i contratti, non ci sono email di giustificazione. Ma mi pare che ce ne siano diversi di scenari preoccupanti che si sono aperti i dopo l’elezione di Trump in America”, continua.
“Il nostro sistema è un sistema diverso, di garanzie, di democrazia, di tutele previste dai contratti – aggiunge Bombardieri -. Quindi se hanno intenzione di fare anche questo qui sarà una bella battaglia. Fino adesso mi pare che ci sono limiti oltre i quali nessuno è disponibile a farsi mettere all’angolo. Presumo che l’Italia abbia un sistema contrattuale di tutele in grado di arginare una deriva autoritaria di questo tipo”, conclude il leader della Uil.
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