Elon Musk da una parte del tavolo, dall’altra il segretario americano di Stato Marco Rubio. In mezzo tra i due, a braccia conserte «come se guardasse una partita di tennis», il presidente Donald Trump. Sarebbe stata una vera e propria resa dei conti tra alcuni membri della squadra di governo e il capo del Dipartimento per l’efficienza governativa (Doge) quella di giovedì, durante la riunione straordinaria del Gabinetto della Casa Bianca. A raccontare i retroscena è il New York Times, secondo cui l’incontro è stata la prima occasione in cui il tycoon ha delimitato con chiarezza i poteri del miliardario sudafricano: «È il momento di usare il bisturi, non l’ascia», lo avrebbe messo così in guardia. Ricordandogli che il suo compito non è quello di demolire gli altri Dipartimenti, ma di snellire le spese amministrative dall’alto di un ruolo puramente consultivo.
Elon Musk in giacca e cravatta: «Ho tre aziende miliardarie, so cosa faccio»
Per l’occasione anche Elon Musk indossava giacca e cravatta. Forse per le non velate critiche al suo abbigliamento del presidente Trump, forse perché sapeva che si sarebbe parlato di lui. E che avrebbe avuto tutti – o quasi – contro. È lui il responsabile dei licenziamenti, su cui gli altri segretari del governo sembrano poter fare poco o nulla. È lui il “colpevole”, avrebbe sostenuto un Marco Rubio «incattivito», della chiusura dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale. Dita puntate contro dita puntate, i toni tra il segretario di Stato e Elon Musk si sono fatti immediatamente accesi. Alle accuse rabbiose, che avrebbero sorpreso molti dei presenti, il miliardario alternava autoincensamenti: «Ho tre aziende (Tesla, SpaceX e Starlink, ndr) con una capitalizzazione di mercato di decine di miliardi di dollari. I miei risultati parlano da soli, e tu non hai licenziato nessuno».
La rabbia di Rubio e le provocazioni di Musk: «Sei bravo sono il tv»
Rubio non sembrava di certo spaventato dall’uomo più ricco del mondo, e non era lì a prendere lezioni di business: «E gli oltre 1.500 funzionari del Dipartimento di Stato che sono andati in pensione anticipata? Non contavano come licenziamenti?», ha ribattuto. E poi, provocatorio e sarcastico, ha aggiunto: «Vuoi che io li assuma tutti, così puoi dare di nuovo spettacolo e licenziarle un’altra volta?». Musk non ha frenato la lingua: «Sei solo bravo in televisione». Solo a questo punto, dopo averli lasciati sfogare per qualche minuto, è intervenuto direttamente Donald Trump che ha difeso l’«ottimo lavoro» di Rubio: «È molto impegnato, è sempre in viaggio e in televisione, e ha un’agenzia da gestire. Quindi tutti devono lavorare insieme». Poi, rivolto a Musk, invece che incensarlo lo ha per la prima volta redarguito: «È il momento di essere un po’ più raffinato nel tuo approccio. Devi usare il bisturi, non l’ascia». E ha poi aggiunto, rivolgendosi agli altri: «Siete voi a dirigere i vostri dipartimenti, non Elon Musk. Il suo team si limiterà a dare consigli, ma le decisioni finali sono vostre». Una gerarchia finalmente ristabilita.
Lo scontro sui controllori aerei e la proposta di Trump: «Prendiamoli dal MIT, devono essere geni»
La tendenza di Musk, in nome dell’efficienza governativa, a fare «terra bruciata» negli altri Dipartimenti non è indigesta solo al segretario di Stato. Il problema – hanno chiarito molti esponenti repubblicani – non è la riduzione degli sprechi, ma l’approccio “da motosega” che tende a stravolgere più che a riformare. Prima di Rubio, contro Musk si era scagliato il segretario ai Trasporti Sean Duffy, che ha accusato Musk di voler licenziare i controllori del traffico aereo proprio nel momento in cui ha «diversi incidenti aerei da gestire». «Tutte bugie», ha ribattuto Musk. «Dammi i loro nomi, dimmi i loro nomi». Duffy ha alzato la voce: «Non ci sono nomi perché ho impedito che venissero licenziati». Il miliardario ha allora attaccato i programmi Dei (Diversità, equità e inclusione), che secondo lui avrebbero permesso di assumere persone non qualificate. Prima che il segretario ai Trasporti potesse rinvigorire l’assalto, Trump si è intromesso: «Assumeremo persone del Massachusetts Institute of Technology come controllori del traffico aereo. Devono essere dei geni». Nelle dichiarazioni pubbliche o sui social media al termine dell’incontro, di tutto questo non c’è la minima traccia. Di fronte alle telecamere, spalle larghe e sorriso
Nessun commento:
Posta un commento