lunedì 3 marzo 2025

Michele Serra: una PIAZZA per l'EUROPA ( da Il Piacenza blog, di Carmelo Sciascia)

 

A proposito della proposta di Michele Serra

Sembra che l’appello, lanciato giorni addietro dalle pagine del giornale Repubblica da Michele Serra, sia stato raccolto da molti ed esista già una data certa in cui scendere in piazza per una grande manifestazione di popolo a favore dell’Europa.

Su una proposta di manifestare a favore dell’Europa nessuno penso abbia nulla in contrario, a parte un piccolo particolare, la proposta parte monca, manca cioè di un vero senso e significato, cioè viene lanciata in modo equivoco, come se si dovesse scendere in piazza per manifestare a sostegno dell’Unione Europea, mentre chi contrario a questa manifestazione dovesse essere contro di essa. O, sarebbe ancora più grave, pensare che una manifestazione pro Europa dovesse essere una risposta popolare per contestare l’incontro che c’è stato alla Casa Bianca tra il neo eletto Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ed il suo staff con il presidente dell’Ucraina Zelensky, presidente ancora in carica, anche se il mandato risulta scaduto, solo per le particolari condizioni belliche.

La discriminante alla quale attenersi per una qualsiasi manifestazione oggi dovrebbe essere: sei per un’Europa che vuole la pace o per un’Europa che vuol continuare la guerra all’infinito?

Io, come penso tantissime persone, non ho nessun problema a scendere in piazza per manifestare per l’Unione Europea, ma per un’Europa che sia portatrice di quei valori per cui è stata fondata, e mi pare che i valori dovrebbero essere ancora quelli del Manifesto di Ventotene di Spinelli e Rossi. La nascita di uno Stato federale con una propria forza armata che abbia il preminente scopo di porre le basi per l’emancipazione delle classi lavoratrici, un’Europa libera ed unita che possa garantire la pace e la solidarietà sociale. Per fare ciò i Paesi europei che ne fanno parte dovrebbero uscire dalla Nato, che è stata e rimane una forza militare comandata da un generale americano, alle dipendenze quindi della politica degli USA. Quindi conseguentemente costituire un esercito Federale a salvaguardia di una politica estera europea che dovrebbe, a questo punto, essere comune.

Ma, fintanto che rimane una forza militare come la Nato, come si può pensare di costituire un esercito europeo ed una politica estera europea indipendente dalle scelte Usa? Anche perché la Nato si è dimostrata essere non solo un’organizzazione difensiva come nelle premesse fondanti, ma è stata purtroppo anche un’organizzazione offensiva e guerrafondaia.  Si è disciolto il Patto di Varsavia, la Nato come organizzazione antagonista anziché estinguersi o almeno diminuire la propria influenza l’ha di contro estesa inglobando molti paesi dell’Est Europa.

Questa Unione Europea non è stata capace di mantenere la pace in Europa, l’abbiamo visto con tutto ciò che ha seguito la disgregazione dell’ex Jugoslavia: i disastrosi bombardamenti della Serbia partivano dal nostro Paese. Oggi non è stata capace di impedire prima e di fermare poi la guerra Russo-Ucraina. In tre anni di conflitto siamo stati come europei solo capaci di solidarizzare con il governo Ucraino e di inviare armi, così come ci veniva richiesto dal loro Presidente e dall’ex Presidente degli Stati Uniti Biden, senza nessun tentativo serio di cercare un accordo, fare una seria mediazione di pace. La pace non si costruisce con l’invio di armi e tanto meno aumentandone la produzione a scapito del welfare: assistenza sociale e sostegno al mondo del lavoro.

La pace si costruisce costruendo la pace e non preparando la guerra, perché se prepari la guerra, prima o poi questa scoppierà, perché il mercato delle armi spingerà al loro impiego per avere un riscontro militare sul campo e per interesse economico.

Allora sì, scendiamo in piazza il quindici Marzo, sembra questa la data prevista per una manifestazione popolare, a sostegno dell’Europa e dei suoi valori fondanti. Scendiamo in piazza con le bandiere azzurre, vessillo di un’Europa Unita, e con le bandiere della pace, perché la pace è sua conclamata ed esplicita finalità.  Una manifestazione che dovrebbe avere come parola d’ordine: no a qualsiasi ricorso agli armamenti, no all’aumento percentuale sul Pil dei paesi europei per la produzione di armi: ce ne sono già abbastanza oggi per distruggere il mondo intero!

Così come la mia generazione è scesa in strada per lottare accanto al popolo vietnamita per la sua libertà e l’autodeterminazione dei popoli, così come in tante altre occasioni ha manifestato contro tutte le guerre di aggressione che ci sono state nel mondo, dall’Iraq alla Libia, dal Medio Oriente ai colpi di stato in Sudamerica, a sostegno della Primavera di Praga e contro l’invasione della Cecoslovacchia, oggi è disposta a scendere nuovamente in piazza, sempre e comunque contro le armi e per la pace, per un’Europa unita e libera così come  i principi della nostra Costituzione  insegnano, ma non per un’Europa che, anziché cercare la pace, continua a fomentare la guerra inviando quelle armi che ci vengono richieste per continuare ad alimentare, nolenti o volenti, il massacro del popolo ucraino.




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