La storica rivista edita dalla Biennale di Venezia è rinata a 53 anni dalla sua ultima pubblicazione. Il numero 1/24, intitolato “Diluvi prossimi venturi / The Coming Floods”, è stato presentato oggi 24 ottobre: all’evento ha partecipato anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli che, forse per coerenza con il tema, si è prodotto in un diluvio di frasi di difficile comprensione. Ecco cosa ha detto.
Giuli: «Tutto ciò che è creatività nasce nel liquido amniotico»
«Quando si prende in mano una rivista bisogna annusarla, toccarla e ricordarsi che è fatta di acqua. Bisogna ricordarsi che c’è dell’acqua dietro a questa rivista, altrimenti non ci sarebbe. Il corpo umano e tutto ciò che è creatività nasce nel liquido amniotico, si nutre di acqua ed è un contenitore di acqua che tende a disidratarsi», ha detto Giuli.
Poi il ministro della Cultura ha continuato: «La Biennale è dimostrazione di come ci si può reidratare dal punto di vista della cultura e si può irradiare attraverso studi scientifici, attraverso attività artistica di cultura, architettura, musica, moda, attraverso la riscoperta del giacimento di un archivio unico fatto di acqua trasformata in carta. Senza la saggezza dell’acqua e degli alberi non avremmo tutto ciò che in questo momento rappresenta un artefatto di una bellezza memorabile».
Il ministro della Cultura: «Siamo aborigeni perché siamo aberrigeni»
«Siamo figli del terremoto ma anche dell’acqua, siamo aborigeni perché siamo aberrigeni, cioè siamo coloro che hanno errato in tutti gli spazi del Mediterraneo, tanto che troviamo le conchiglie sulle montagne», ha proseguito. A margine della presentazione, il ministro è tornato sulle dimissioni di Francesco Spano, spiegando che «non c’è nessun caso Giuli» e che «è ampiamente sopravvalutato il legittimo chiacchiericcio mediatico».
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